Oggi l’udienza di convalida d’arresto per Piero Pesce

Oggi l’udienza di convalida d’arresto per Piero Pesce

Continuano le indagini sul caso della morte del 28enne Valerio: nella giornata di oggi si terrà la convalida d’arresto per Piero Pesce.

Nella giornata di oggi, 25 novembre, nel tribunale di Asti si terrà l’udienza di convalida dell’arresto di Piero Pesce. Si tratta dell’uomo di 61 anni accusato di omicidio volontario per la morte del figlio 28enne Valerio. 

L’uomo dovrà rispondere alle accuse di omicidio volontario nei confronti del figlio. La vicenda si è svolta all’interno di un appartamento, situato nel centro di Canelli, ad Asti, tra via Giovanni XXIII e viale Indipendenza. 

L’interrogatorio

Gli inquirenti hanno interrogato a lungo Piero Pesce, che una volta giunto in caserma “si è mostrato collaborativo”. Lo ha dichiarato l’avvocato Giovanna Balestrino: “Si tratta di un dramma familiare, valuteremo anche il suo stato di salute. Aspettiamo l’udienza di convalida”. 

A lanciare l’allarme è stato lo stesso Piero Pesce, che ha confessato subito il gesto appena commesso nei confronti del figlio 28enne. L’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite, quando il padre ha aggredito il figlio con diverse coltellate, fino a provocarne la morte. 

Una volta giunti sul posto gli investigatori hanno trovato il corpo ormai privo di vita del giovane all’interno della camera da letto. Sono giunti anche i soccorritori medico sanitari, che purtroppo non hanno potuto far altro che constatare il decesso del 28enne.  

La Procura ha già predisposto l’autopsia sul corpo della vittima, che servirà a chiarire qualche dettaglio. Tra le varie ipotesi sul movente, c’è la possibilità che l’omicidio possa essere accaduto a causa di problemi di debiti della vittima. Secondo un’ipotesi preliminare, su suppone che la sua mania del gioco d’azzardo fosse una vera e propria condizione patologica. 

Da qualche settimana Valerio Pesce era tornato a vivere insieme a suo padre. Gestiva una tabaccheria di piazza Cristo Re ad Alba a Cuneo, la città in cui viveva. Da qualche settimana, però, l’attività risultava chiusa e sulla porta c’era un cartello con scritto: “Chiuso per motivi di salute”. 

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