Quattro condanne per l’omicidio di Desirée Mariottini. La sentenza è stata annunciata nella giornata di sabato 19 giugno.
ROMA – Quattro condanne per l’omicidio di Desirée Mariottini. Al termine di un lungo processo, il Tribunale ha deciso di condannare a 27 anni e a 24 anni Brian Minteh e Chima Alinno. Mamadou Gara e Yusef Salia, invece, hanno ricevuto una pena all’ergastolo. Nelle prossime settimane saranno pubblicate le motivazioni e non è esclusa la possibilità di un ricorso in secondo grado da parte degli imputati.
La sentenza è stata emessa nella serata di sabato 19 giugno 2021 dopo un lungo processo, iniziato il 21 ottobre 2019. E non sono escluse novità nelle prossime settimane, visto che la lettura della sentenza è stata accompagnata dalle polemiche.
Omicidio Desirée, la sentenza
Il processo si chiude con due ergastoli e due condanne a 27 e 24 anni e mezzo di reclusione. Sono stati condannati all’ergastolo Mamadou Gara e Yusef Salia. Brian Minteh ha ricevuto la condanna a 24 anni e mezzo, Alinno Chima a 27.
Le polemiche erano nate anche dal fatto che per uno degli imputati era prevista la scarcerazione per la scadenza dei termini di custodia cautelare. All’uomo però è stata notificata una nuova ordinanza cautelare, quindi resta in carcere.
La mamma di Desirée: “Non ho avuto giustizia”
Dure le parole della mamma della giovane, che ha fatto sapere di aspettarsi quattro ergastoli e di essere rimasta delusa dalla sentenza.
“Mi attendevo quattro ergastoli, non sono soddisfatta di questa sentenza soprattutto perché uno degli imputati torna libero e questo non doveva succedere. Non ho avuto giustizia“.
L’omicidio
La morte di Desirée Mariottini è avvenuta nella notte tra il 18 e il 19 ottobre 2018 in un immobile abbandonato nel quartiere San Lorenzo. Le indagini si sono subito concentrate sui quattro arrestati, accusati di aver prima dato la droga alla giovane e poi di aver abusato di lei.
Un anno di indagine per ricostruire cosa sia realmente accaduto quella notte in uno dei quartieri della ‘movida’ romana. Al termine di tutti i rilievi e degli accertamenti il gup ha deciso di rinviare a giudizio le quattro persone iscritte sul registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo, cessione e somministrazione di droghe a minori.
La difesa di Yusif
Ma sulla morte di Desirée negli scorsi mesi è stato aperto anche un secondo fascicolo. Il tutto è partito dalla denuncia fatta da uno degli imputati per abbandono di minore. Salia Yusif avrebbe detto ai magistrati che la colpa della morte della 16enne sarebbe dei genitori. ” Se la ragazza quel giorno fosse stata in casa, io non sarei qui“, queste le parole del pusher nigeriano accusato di aver dato la dose fatale alla 16enne.