Svolta nell’omicidio Laura Ziliani: è stato chiesto l’ergastolo per le figlie della donna, Silvia e Paola e per Mirto Milani.
Fa tanto parlare il caso dell’omicidio Laura Ziliani. Dopo le confessioni del passato, ecco la richiesta, senza sconti, del Pubblico Ministero che ha chiesto l’ergastolo per le figlie della donna, Silvia e Paola, e per Mirto Milani, fidanzato della prima e amante della seconda. I tre sono accusati di aver ucciso l’ex vigilessa l’8 maggio del 2021 a Temù.
Omicidio Laura Ziliani: la richiesta del Pm
Nel corso dell’udienza andata in scena oggi, martedì 26 settembre 2023, davanti alla Corte d’Assise di Brescia, il pubblico ministero ha chiesto la condanna all’ergastolo per Paola e Silvia Zani e per il fidanzato di quest’ultima, Mirto Milani. Tutti e tre, infatti, sono ritenuti, in concorso, responsabili dell’omicidio di Laura Ziliani, madre delle due ragazze.
Secondo l’accusa ci sarebbero le aggravanti di premeditazione e mancata considerazione della sorella malata che aveva bisogno della mamma. Inoltre, secondo il sostituto procuratore, per alcuni istanti la vittima avrebbe avuto modo di accorgersi di quello che stava accadendo.
A nulla è servita agli imputati la confessione, ritenuta tardiva e ininfluente per le indagini.
La ricostruzione dell’omicidio
La scoperta del corpo della donna risale al 24 settembre 2021 quando una piena del fiume Oglio aveva portato in superficie il cadavere, poi scoperto da un bambino.
Dopo l’arresto delle due figlie erano arrivate anche le confessioni di Mirto Milani riferite da un detenuto del carcere: “Mirto mi ha raccontato che quella sera lui, Paola e Silvia avevano preparato dei muffin riempiendo, quello destinato a Laura, di benzodiazepine. Lei lo ha mangiato ma non è crollata come previsto nei primi 10 minuti”, erano state le parole dell’uomo.
Da lì, la furia dei tre che avrebbero concluso l’omicidio mettondo in testa alla donna un sacchetto di plastica”.
A marzo Silvia Zani aveva anche parlato del fatto che fosse convinta che sua madre volesse avvelenarla, così come la secondogenita aveva chiesto scusa a tutti per quanto successo. Parole a cui il pm non ha mai creduto.