Il caso di Lorys Stival: dall'omicidio alla sentenza
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Il caso di Lorys Stival: dall’omicidio alla sentenza

Tribunale

A distanza di nove anni dal caso dell’omicidio di Lorys Stival, la madre Veronica Panarello continua a proclamarsi innocente.

L’omicidio del piccolo Lorys Stival, conosciuto come il delitto di Santa Croce Camerina, è avvenuto nel novembre del 2014 e ha visto come unica imputata la madre, Veronica Panarello. Sono numerosi i misteri ed i dubbi sulla figura della donna, che nel corso delle indagini ha fornito più versioni sostenendo la sua innocenza. Un’innocenza che fa acqua da tutte le parti e che ha portato la Cassazione a sentenziare in via definitiva, la condanna a trent’anni di reclusione per omicidio.

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Il passato di Veronica Panarello

Veronica Panarello nasce e cresce in una famiglia semplice trascorrendo l’infanzia tra Liguria e Sicilia dove conoscerà poi il padre del piccolo Lorys. La sua vita è costellata di eventi traumatici che hanno segnato la sua personalità facendola diventare una donna in costante ricerca di attenzioni e pronta a manipolare gli altri pur di ottenerle.

Due tentativi di suicidio, vittima di una presunta aggressione a scuola e di un’aggressione sessuale, la denuncia dell’avvistamento (mai confermato) della piccola Denise Pipitone, la bimba scomparsa nel 2004 e infine la scoperta a soli 14 anni, che l’uomo che credeva essere suo padre in realtà non lo è. Con quest’ultimo, poco prima del delitto, cercherà di creare un rapporto ma inutilmente venendo respinta.

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L’incontro con Davide e i rapporti con la famiglia Stival

A 16 anni Veronica lavora in un pub a Santa Croce Camerina ed è proprio durante il suo lavoro come cameriera che incontra il suo futuro marito Davide Stival, di due anni più grande di lei. Dopo poco dall’inizio della loro relazione inizia la convivenza a casa dei genitori del ragazzo, dopo che Veronica chiede aiuto in seguito ad una furiosa lite con la madre.

Nel 2006 nasce il loro primo bambino, due giovanissimi genitori costretti a diventare adulti. Il bambino si chiama Lorys, da Loris Capirossi idolo del papà, Andrea, dal nome del papà di Davide. Durante questi anni i rapporti con la famiglia di Veronica vengono tagliati e gli aiuti arrivano dalla famiglia di Davide che nel frattempo lavora come autotrasportatore ed è spesso lontano da casa.

Arriva dopo qualche anno il matrimonio e il secondo figlio, che all’epoca del delitto aveva 3 anni. Veronica viene vista dalla comunità come una madre devota, dedita e responsabile. Soltanto dopo l’omicidio di suo figlio, in seguito a numerose interviste, emerge la verità.

Dopo il delitto, attraverso le numerose interviste rilasciate da più fonti tra cui anche la madre di Veronica, emergono i presunti problemi con la famiglia Stival. Proprio la madre di Veronica fece emergere il tradimento della figlia che in quel periodo aveva in corso una relazione con Peppe, migliore amico di Davide e compagno (a quell’epoca) della sorella del marito e quindi suo cognato. Sarà poi Davide stesso a smentire questa faccenda.

I rapporti con il suocero e le accuse

È il rapporto con il suocero, Andrea Stival, che ha generato più dubbi di tutti tant’è che Veronica nell’aprile del 2021 ha accusato l’uomo di essere stato con lei durante l’accaduto.
Nel 2014, Andrea era un nonno giovane con 52 anni che rimasto solo, intensifica i rapporti con la suocera aiutandola nella gestione dei bambini.

Entra a far parte del registro degli indagati dopo le pesanti accuse mosse da Veronica, la donna infatti dichiara che aveva una relazione con il suocero e che il vero colpevole dell’omicidio sia proprio lui. L’uomo ha negato sia la relazione sia la presenza al momento della tragedia e il suo alibi è stato poi confermato dall’attuale compagna, Andreina. La donna infatti confermerà tutti gli spostamenti di quella mattina di novembre fatti da Andrea.

Un rapporto controverso e poco chiaro, come dimostrano le parole di Veronica riferite agli psichiatri: “Ero attratta da mio suocero Andrea per l’attenzione che mi dava, per come mi faceva sentire quando Davide non c’era. Davide era affettuoso, ma a volte si e a volte no”. Si tratta però di affermazioni e fatti mai confermati e sempre smentiti dal diretto interessato che ha parlato di queste teorie come “l’ennesima follia di Veronica.”

agenti detective scientifica raccolgono prove omicidio
agenti detective scientifica raccolgono prove omicidio

Il delitto del piccolo Lorys

La morte del piccolo Lorys avviene il 29 novembre 2014. Veronica dichiara di aver accompagnato i figli in ludoteca, per poi recarsi alla lezione di “Bimby” dove la versione venne confermata dai compagni di lezione. Nel pomeriggio Davide viene informato dal suo capo che avrebbe dovuto fare rientro a casa a causa di un cambiamento di programma. Poco dopo, leggendo un post Facebook, scopre della morte di suo figlio.

La mattina di quel giorno, Veronica denuncia la scomparsa del figlio facendo partire le ricerche da parte delle forze dell’ordine. Inizialmente le perlustrazioni partono dalle strade del paese per spostarsi poi sulle campagne attorno; verso le 16 un cacciatore del luogo contatta i Carabinieri dichiarando di aver ritrovato un cadavere di un bambino in un canale. I Carabienieri chiamano Veronica sul posto che conferma che il corpo è quello di Lorys.

Come è morto Lorys Stival

Dopo qualche mese dalla triste scoperta, l’autopsia rivela che la causa della morte del piccolo Lorys è strangolamento, avvenuto probabilmente con delle fascette da elettricista. La madre in un primo momento dichiara che è stata lei stessa a dare al bimbo quelle fascette perchè le erano state richieste per un lavoro a scuola dove Veronica assicura di averlo lasciato la mattina del delitto.

A partire da questa svolta, le indagini si concentrano sulla madre come unica colpevole di omicidio e occultamento di cadavere.

Le versioni contraddittorie di Veronica

Dopo aver inizialmente negato tutto, Veronica inizia una serie di confessioni contraddittorie tra loro. Prima il figlio sarebbe morto a causa di un incidente domestico in cui, secondo la sua versione, il bambino si sarebbe stretto le fascette al collo da solo; poi ad ucciderlo sarebbe stato Andrea Stival, nonno del bambino, proprio davanti a lei a causa della relazione che la donna avrebbe avuto con il suocero; infine accusa, sempre con il movente del tradimento nascosto, anche il marito Davide.

Il processo e la sentenza

Il processo inizia a ottobre 2016 e Veronica viene accusata colpevole di omicidio e occultamento di cadavere e condannata a 30 anni di carcere. La difesa cerca di ottenere un’attenuante giocando la carta dei suoi precedenti psichiatrici, non viene però accolta e la donna viene giudicata come una “lucida assassina”.

La sentenza viene riconfermata nel 2019 dalla Corte suprema di Cassazione che condanna definitivamente la donna a 30 anni. Dal carcere de Le Vallette di Torino Veronica continua a professarsi innocente.

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ultimo aggiornamento: 21 Aprile 2023 16:45

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