Omicidio Meredith Kercher, la conclusione della vicenda 

Omicidio Meredith Kercher, la conclusione della vicenda 

Dopo quindici anni, si conclude la pena di Rudy che lo vedeva come principale indiziato dell’omicidio Kercher.

Il caso dell’omicidio di Meredith Kercher, coinvolse Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede. Quest’ultimo, sarebbe appena uscito dal carcere. Nella giornata di martedì è terminata la pena di Rudy Guede, ritenuto responsabile dell’omicidio di Meredith Kercher, una studentessa inglese.

Ma la scarcerazione di Guede è avvenuta già nel 2020. Difatti, da due anni lavorava come volontario della mensa dei poveri della Caritas di Viterbo. Per quanto riguarda le altre due persone imputate ritenute complici per l’omicidio, gli studenti Raffaele Sollecito e Amanda Knox, la Corte li ha assolti in via definitiva dalla Corte di Cassazione, nel 27 marzo del 2015. 

Le indagini

Le indagini sul caso dell’omicidio della studentessa furono piuttosto controverse. Difatti, si era creato un solco nell’opinione pubblica: da una parte coloro che sostenevano l’innocenza degli imputati, dall’altra chi li riteneva colpevoli dell’omicidio Kercher. 

Meredith Kercher era una studentessa inglese stabilita a Perugia, tramite il programma Erasmus. Abitava con altre tre studentesse, una americana come lei, arrivata poche settimane prima nella casa, Amanda Knox e altre due italiane.  

La studentessa morì subendo 47 coltellate, la sera del 1° novembre 2007. Una donna, che abitava vicino alle studentesse, trovò in giardino due cellulari e li consegnò alla polizia. I telefoni erano appunto della vittima. La polizia giunse nell’abitazione e trovò Amanda Knox e Raffaele Sollecito seduti su una staccionata.  

Raccontarono alle forze dell’ordine di aver trovato un vetro rotto e la porta aperta dopo essere tornati a casa. Per questo motivo avevano chiamato i carabinieri. Una volta entrati, i poliziotti trovarono il corpo di Kercher coperto da un piumone. 

La versione di Sollecito

I principali indagati erano Knox e Sollecito. Raffaele Sollecito, durante l’interrogatorio disse agli inquirenti di aver passato la notte a casa sua con Knox. Lì avevano guardato un film e fumato marijuana, ma non sapeva dire se Amanda fosse rimasta con lui tutta la notte, in quanto ad un certo punto si era addormentato. Però, nel verbale che firmò c’era scritto che la giovane era uscita di casa.

Queste le dichiarazioni di Knox: «Tutti mi urlavano e dicevano che mi avrebbero messo in prigione. La polizia mi ha suggerito di dire che Meredith subì una violenza per farmelo dire mi hanno picchiata. Mi hanno picchiata due volte per farmi dire un nome che io non potevo dare: Patrick (…) Non sapevo se il congolese fosse l’assassino perché io non ero in quella casa, ma lo hanno arrestato perché io ho fatto il suo nome, gli agenti volevano testimoniassi contro di lui ma questa cosa non mi piaceva». 

L’interrogatorio di Knox

L’interrogatorio della studentessa inglese si svolse senza concederle i suoi diritti. Era sola nella stanza con 12 poliziotti e senza avvocato. Così, parlando della sua confessione estorta dalla polizia, spiegò che «Per quanto riguarda questa confessione che ho fatto ieri sera, voglio essere molto chiara che sono molto dubbiosa della veridicità delle mie affermazioni perché le ho fatte sotto la pressione dello stress, dello shock, e di estremo esaurimento».  

Ci fu la scarcerazione di Lumumba perché estraneo alla vicenda mentre Knox fu accusata di calunnia. Raffaele Sollecito ed Amanda Knox furono arrestati, ed i giornali e le tv iniziarono ad indagare sulla loro vita privata. 

Guede subentrò nel caso a distanza di 15 giorni dall’omicidio, quando la scientifica trovò il suo DNA sulla scena del crimine. Due settimane dopo l’omicidio, era partito in Germania lasciando Perugia. Nel frattempo le indagini continuavano, e su un coltello trovato in cucina la scientifica aveva trovato il DNA di Knox sul manico e di Kercher sulla lama. 

Dopo numerosi processi, Guede fu condannato a 16 anni con l’accusa di omicidio in concorso e violenza sessuale, anche grazie alle contraddizioni di Knox la sera dell’interrogatorio. La giuria aveva chiesto l’ergastolo per entrambi. Knox fu condannato a 26 e Sollecito a 25 anni.  

La sentenza sull’omicidio Kercher

Nella sentenza, scrissero che i due fidanzati volevano aiutare Guede ad abusare di Kercher, e che la uccisero insieme a lui. «È quindi possibile che Rudy, uscendo dal bagno, si sia lasciato trascinare da una situazione avvertita come carica di sollecitazioni sessuali e cedendo alla propria concupiscenza, abbia cercato di soddisfare le proprie pulsioni portandosi nella stanza di Meredith che era sola nella propria camera con la porta quantomeno socchiusa.» 

E continua: «La reazione e il rifiuto di Meredith dovettero essere stati sentiti da Amanda e Raffaele, i quali anzi ne dovettero essere disturbati ed intervennero, per quanto evidenziano gli eventi, spalleggiando Rudy, diventando i suoi aggressori e i suoi uccisori (…) la prospettiva di aiutare Rudy nel proposito di soggiogare Meredith per abusarne sessualmente, poteva apparire come un eccitante particolare che, pur non previsto, andava sperimentato». 

La spiegazione della sentenza

Successivamente, ci fu l’assoluzione di Knox e Sollecito. Nel 2015 il presidente della Corte d’Appello di Perugia, Claudio Pratillo Hellmann, spiegò a Repubblica la sentenza: «Il fatto che l’indagine era del tutto lacunosa e secondo me sbagliata sin dall’inizio. Tanto è vero che in primo momento arrestarono Patrick Lumumba che poi risultò del tutto estraneo alla vicenda diventando parte lesa. Ricordo che il collega Massimo Zanetti che presiedeva la Corte con me aprì la sua relazione dicendo che di certo c’era solo la morte di Meredith Kercher.» 

E continua: « ordinammo le perizie che non erano state fatte durante il processo di primo grado e la contaminazione delle prove scientifiche apparve in tutta evidenza. Era palese che il coltello sequestrato a casa di Raffaele Sollecito non era l’arma del delitto, la lama non combaciava con la ferita. In più mi sono sempre chiesto perché dovevano per forza essere state tre persone ad uccidere la povera Meredith e veniva invece scartata a priori la possibilità che potesse essere stato soltanto Rudy Guede». 

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