Omicidio Pasolini, dopo 48 anni richiesta la riapertura: in esame 3 campioni DNA

Omicidio Pasolini, dopo 48 anni richiesta la riapertura: in esame 3 campioni DNA

Il legale Maccioni ha depositato in Procura a Roma la richiesta formale della riapertura dell’inchiesta sulla morte di Pasolini.

Recentemente è sorta la richiesta di riaprire il caso di Pasolini, il regista ucciso ad Ostia il 2 novembre del 1975. In quest’ambito emerge la richiesta di analizzare alcuni campioni di DNA trovati durante le indagini dai carabinieri del Ris nel 2010 sul luogo del delitto. 

Ai tempi infatti le tecnologie scientifiche non permettevano l’analisi del DNA, che risulta invece oggi possibile. La richiesta della riapertura delle indagini sulla morte di Pasolini è stata depositata in Procura a Roma, firmata dall’avvocato Stefano Maccioni e per conto del regista David Grieco e dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti.  

La richiesta formale della riapertura del caso

Il legale ha chiesto la verifica dei tre campioni di DNA raccolti sulla scena del crimine 13 anni fa. La richiesta del legale Maccioni spiega: “Quella notte all’Idroscalo di Ostia Pino Pelosi non era solo ci sono almeno tre tracce. Tre ‘fotografie’ di persone e ciò giustifica il perché, dopo quasi 50 anni, è ancora possibile arrivare a una verità giudiziaria. Una verità che si baserebbe su dati scientifici, sulla presenza di tre DNA: da qui si deve partire per svolgere le indagini per accertare a chi appartengono”. 

Il legale prosegue: “Nella prima indagine questo si è fatto in modo parziale vennero esaminati circa 30 dna ma oggi è tempo di fare verifiche più diffuse tenendo presenti anche le dichiarazioni di Maurizio Abbatino, esponente della Banda della Magliana, che alla Commissione Antimafia dà una giustificazione sul perché Pasolini si recò all’Idroscalo di Ostia: non era lì per consumare un rapporto sessuale occasionale con Pino Pelosi, con il quale lo scrittore aveva una relazione, ma per riottenere le pizze di ‘Salò, le 120 giornate di Sodoma’ che gli erano state sottratte e a cui teneva tantissimo”. 

Secondo la spiegazione del legale, Pasolini venne “attratto in una trappola e lì venne aggredito a morte. Nell’istanza di centinaia di pagine forniamo molti elementi, tante tessere che i magistrati devono mettere insieme”. 

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