Omofobia, il comunicato della CEI: “Non serve una nuova legge […]. Introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide”.
Omofobia, la CEI interviene nella discussione. Con un comunicato diramato sul proprio sito internet, la CEI interviene sulla discussione legata ai testi di legge sull’omotransfobia presentati alla Camera e che dovrebbero essere votati nel mese di giugno.
CEI sull’omofobia: Non serve una nuova legge
““Nulla si guadagna con la violenza e tanto si perde”, sottolinea Papa Francesco, mettendo fuorigioco ogni tipo di razzismo o di esclusione come pure ogni reazione violenta, destinata a rivelarsi a sua volta autodistruttiva”, recita il testo della CEI.
“Le discriminazioni – comprese quelle basate sull’orientamento sessuale – costituiscono una violazione della dignità umana, che – in quanto tale – deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni. Trattamenti pregiudizievoli, minacce, aggressioni, lesioni, atti di bullismo, stalking… sono altrettante forme di attentato alla sacralità della vita umana e vanno perciò contrastate senza mezzi termini”.
“Esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento e persecutorio”
La CEI sostiene che l’ordinamento giuridico italiano prevede e contempla già adeguati presidi con i quali prevenire ogni comportamento persecutorio. Per questo motivo guarda con preoccupazione alle proposte di legge in materia.
Al riguardo, un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’ordinamento giuridico del nostro Paese, fa concludere che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio.
Questa consapevolezza ci porta a guardare con preoccupazione alle proposte di legge attualmente in corso di esame presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati contro i reati di omotransfobia: anche per questi ambiti non solo non si riscontra alcun vuoto normativo, ma nemmeno lacune che giustifichino l’urgenza di nuove disposizioni.
Anzi, un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte. Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso.
Omofobia, le proposte della CEI
Nella parte conclusiva del documento (qui il testo completo) la CEI presenta le sue proposte che vertono soprattutto sull’aspetto educativo
Crediamo fermamente che, oltre ad applicare in maniera oculata le disposizioni già in vigore, si debba innanzitutto promuovere l’impegno educativo nella direzione di una seria prevenzione, che contribuisca a scongiurare e contrastare ogni offesa alla persona. Su questo non servono polemiche o scomuniche reciproche, ma disponibilità a un confronto autentico e intellettualmente onesto.
Nella misura in cui tale dialogo avviene nella libertà, ne trarranno beneficio tanto il rispetto della persona quanto la democraticità del Paese.
Businarolo (M5s): “Sorpresa dalla reazione dei vescovi contro la legge”
La politica, almeno in parte, è rimasta sorpresa dall’intervento della CEI.
“Sono molto sorpresa dalla reazione dei vescovi contro la legge sull’omotransfobia che stiamo discutendo in commissione. Affermare, come fanno i vescovi italiani, che esistono già adeguati presidi per contrastare questo fenomeno significa non voler prendere atto di una dura realtà di discriminazione nei confronti della quale noi sentiamo la responsabilità politica ed etica di intervenire“, ha dichiarato Francesca Businarolo Presidente della commissione Giustizia della Camera.