Operazione contro il caporalato a Reggio Calabria. Nove persone sono state arrestate.
REGGIO CALABRIA – Operazione contro il caporalato a Reggio Calabria nella giornata di giovedì 4 marzo. Un blitz della Polizia di Stato nella Piana di Gioia Tauro ha portato al fermo di alcuni individui accusati di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro e intestazione fittizia di beni. Nel blitz sono state eseguite perquisizioni ed effettuati sequestri di diversi beni.
In manette sono finiti datori di lavoro, caporali e faccendieri. L’operazione ha riguardato anche la città di Caserta.
L’indagine
L’indagine, come riferito dagli inquirenti, è nata nei mesi scorsi dopo lo smantellamento della baraccopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria.
Gli episodi di caporalato al vaglio degli inquirenti si riferiscono al periodo tra giugno 2018 e giugno 2019. Un sistema ben organizzato messo in piedi da parte delle persone fermate. Ogni anno, infatti, in quella zona arrivano moltissimi migranti in cerca di lavoro. Questa associazione riusciva a reclutare i lavoratori extracomunitari a basso costo, approfittando del loro bisogno di soldi. Da qui tutti gli approfondimenti che hanno portato al fermo di nove persone.
Gli arresti
Gli arresti sono stati fatti nelle prime ore di giovedì 4 marzo 2021 al termine di una lunga indagine. A guidare questa associazione un pregiudicato, in passato condannato per associazione mafiosa. Il fermato in questa indagine è accusato di intestazione fittizia di beni.
Per non far scoprire la sua titolarità, l’uomo aveva dato alla figlia l’azienda agricola creata per sfruttare queste persone. La donna è stata denunciata e nelle prossime ore si capirà meglio il suo ruolo in questa associazione.
Indagine che ha portato alla luce un vero e proprio sistema di caporalato con ruoli ben definiti all’interno del gruppo. Le indagini proseguiranno per capire meglio da quanto tempo andava avanti il sistema portato alla luce dalla Polizia di Stato di Reggio Calabria.