Orbàn trasforma l’omofobia in legge

Orbàn trasforma l’omofobia in legge

Il presidente ungherese impone sempre più un regime oscurantista.

Un attivista Lgbt ungherese in un’intervista a Repubblica ricorda di quando Viktor Orbàn amava la libertà mentre dopo dodici anni consecutivi al governo, “l’Ungheria è la culla dell’oscurantismo per chi rivendica i diritti della comunità Lgbt”. L’attivista Tamàs Dombos dirige un’organizzazione che combatte l’omofobia sempre più dilagante in Ungheria. Proprio per il mancato rispetto dei diritti civili, l’Unione europea ha multato Budapest più volte. La stessa Corte di Giustizia ritiene le leggi di Orbàn pure discriminazioni.

Dombos ricorda che quando nel 2010 Orbàn è tornato al potere era diventato un ultraconservatore ed è andato a minare sempre più i diritti della comunità Lgbt in Ungheria. Uno dei primi paesi europei, tra l’altro a depenalizzare l’omosessualità nel 1962. Nel 2012 Orbàn ha cambiato la costituzione inserendo il matrimonio come unione tra un uomo e una donna. Di fronte alle proteste rispose che la comunità Lgbt aveva già abbastanza diritti “non ne avrete degli altri”.

Vikor Orban

La crociata di Orbàn contro i diritti Lgbt

Le cose sono peggiorate come ricorda Dombos. Nel 2019 il parlamento ungherese ha equiparato l’adozione per le coppie dello stesso sesso alla pedofilia. La politica di Orbàn inoltre si basa sull’inganno della popolazione attraverso quesiti fatti apposta.

In seguito poi nel 2020 c’è stata una nuova riforma costituzionale che prevedeva la mamma femmina e il papà maschio e che il figlio crescesse secondo il sesso in cui è nato secondo valori cristiani. Dombos infine crede che Orbàn non sia realmente omofobo ma che la sua sia una pura strategia politica. “Lancia temi divisivi sulle minoranze in modo da distrarre la gente dai veri problemi dell’Ungheria che sono la cirsi economica, il sistema sanitario al collasso e l’isolamento internazionale.” I problemi però restano nelle campagne perché Budapest continua a essere una città tollerante così come la società ungherese per il 59% favorevole ai matrimoni omosessuali.