Vertice acceso tra Meloni, Salvini e Tajani a Palazzo Chigi: tensioni su dazi, terzo mandato e legge elettorale.
Nel cuore di Roma, Palazzo Chigi ospita da sempre riunioni cruciali per il destino politico del Paese. È lì che si è svolto l’ultimo vertice tra Giorgia Meloni e i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, inizialmente descritto come un semplice aggiornamento di routine. Tuttavia, il clima che si respirava nella sala del consiglio era ben lontano da quello di un incontro formale e disteso.
A prima vista, i temi trattati sembravano ordinari: politica estera, tensioni economiche e la gestione dei rapporti con l’Unione Europea. Ma i toni si sono accesi quando si è parlato dei dazi americani e delle dichiarazioni discordanti tra Lega e Forza Italia. In particolare, la posizione critica di Tajani verso la retorica sovranista ha trovato la netta opposizione del fronte leghista, con Roberto Vannacci che ha rilanciato accuse contro Bruxelles.

Dalla politica estera al Ponte di Messina: la linea Meloni
Il confronto è proseguito con l’annosa questione del Ponte di Messina, cavallo di battaglia della Lega, su cui Giorgia Meloni ha chiesto maggiore cautela. Non è mancato un richiamo alla prudenza istituzionale, con la premier decisa a non entrare in rotta di collisione con il Quirinale. Anche sulla questione del terzo mandato per i governatori, le tensioni tra Fratelli d’Italia e la Lega sono esplose. Meloni ha invitato alla calma, in attesa del verdetto della Corte costituzionale.
La giornata è stata scandita anche da un acceso dibattito sulla legge elettorale, su cui le distanze tra i tre leader restano marcate. Tuttavia, il punto di massima attenzione è stato un altro, ed è emerso solo nel finale del vertice.
La vera posta in gioco: le Regionali d’autunno
La verità è che l’intero incontro è ruotato attorno a un unico obiettivo: le elezioni regionali. Dopo la delusione alle Comunali, il centrodestra si gioca la leadership sul campo. E per Meloni, questa volta, non è un test: è la sfida decisiva. Il tutto come riportato da roma.corriere.it