Papa Francesco ha paragonato la situazione dell’Ucraina alla deportazione degli ebrei presso i centri di sterminio.
La guerra tra Russia e Ucraina continua senza sosta. In questa situazione, il Cremlino ha annunciato l’impossibilità di negoziare la pace con il Paese avversario. Sul conflitto è intervenuto Papa Francesco con delle parole piuttosto forti. Secondo il pontefice, in Ucraina si sta ripetendo ciò che accadde durante lo sterminio degli ebrei.
Le parole del pontefice
Sono queste le parole di Papa Francesco in occasione dell’udienza generale. Dopo il suo saluto ai pellegrini polacchi, il pontefice ha iniziato il suo discorso. “Lunedì – dice Papa Francesco – il Centro per le Relazioni Cattolico-Ebraiche dell’Università Cattolica di Lublino ha commemorato l’anniversario dell’Operazione Reinhardt. Essa, durante la Seconda guerra mondiale, ha provocato lo sterminio di quasi due milioni di vittime, soprattutto di origine ebraica. Il ricordo di questo orribile evento susciti in tutti noi propositi e azioni di pace. E la storia si ripete, vediamo adesso cosa succede in Ucraina”.
Mesi fa il giornale britannico Inews aveva parlato dell’inchiesta investigativa sui campi di lavoro. La mappa dei campi parte dai confini orientali con l’Ucraina e passa per tutta la Russia fino alla Kamchatka.
I Gulag erano i campi di lavoro forzato russi. Lì, oltre ai normali criminali, venivano mandate tutte quelle persone che erano contro il regime dittatoriale. I dissidenti e gli intellettuali, a volte anche i loro parenti e le persone vicine. In Russia sono state registrate decine di “campi di lavoro” messi in funzione, riabilitati per ricevere le migliaia di ucraini che vengono deportati. La domanda sorge spontanea: la Russia sta commettendo un genocidio in Ucraina?
Le deportazioni forzate da Mariupol
I leader dell’Ucraina e quelli nel resto del mondo hanno condannato i rapporti sul trasferimento forzato di persone, facendo dei confronti con il Nazismo e il Gulag sovietico. La situazione ha suscitato da parte dei funzionari ucraini chiare accuse di violazione dei diritti umani.
Secondo i rapporti migliaia di cittadini residenti a Mariupol sono stati deportati in Russia, contro la loro volontà. Inoltre, sono stati “costretti a firmare documenti secondo cui sarebbero rimasti in quella zona per due o tre anni e lavoreranno gratuitamente”. Si tratta di un vero e proprio sequestro di massa. I cittadini deportati, sono stati presi da un complesso sportivo in cui si erano rifugiati per poi essere portati via senza nemmeno il passaporto.