Il Papa sulla guerra in Ucraina: “Assistiamo all’impotenza dell’Onu”

Il Papa sulla guerra in Ucraina: “Assistiamo all’impotenza dell’Onu”

Il Papa sulla guerra in Ucraina ha lanciato un messaggio rivolgendosi al ruolo delle Nazioni Unite e riflettendo su quanto fatto finora.

Papa Francesco durante l’udienza generale ha parlato agli Stati non nascondendo i loro interessi che sovrastano la pace dei popoli. Il Papa sulla guerra in Ucraina ha poi riflettuto in merito al ruolo dell’Onu ammettendo: “Nell’attuale guerra in Ucraina assistiamo all’impotenza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite”.

Secondo il Papa nonostante oggi si parli spesso di geopolitica la logica che prevale alla fine è quella delle strategie degli Stati più potenti del mondo. Questi ultimi avrebbero come primo interesse quello di estendere la propria area d’influenza economica, ideologica e militare. La guerra in Ucraina ne è un esempio attuale.

Un monito del Papa si è poi alzato con uno sguardo tra passato e presente. I potenti sembrano non imparare da quanto accaduto con le precedenti guerre. “Dopo la seconda guerra mondiale si è tentato di porre le basi di una nuova storia di pace ma purtroppo non impariamo, è andata avanti la grande storia di vecchie potenze concorrenti” ha aggiunto.

Papa Francesco

Una riflessione poi è stata rivolta dal Papa alle ultime notizie drammatiche che arrivano dall’Ucraina, come il massacro di Bucha: “Crudeltà sempre più orrende compiute anche contro civili, donne e bambini inermi. Sono vittime il cui sangue grida fino al cielo e implora”.

Il Pontefice ha rivolto anche un appello, attraverso un grido di dolore, a tutte le potenze del mondo: “Si metta fine a questa guerra, si facciano tacere le armi, si smetta di seminare morte e distruzione”.

Il messaggio per le piccole Nazioni

Il Papa ha parlato infine delle piccole Nazioni, prendendo Malta come esempio, che rappresentano “il diritto e la forza dei piccoli”. Nazioni che dovrebbero portare avanti la logica della libertà, del rispetto, di diverse culture che convivono, e non che vengano sfruttate tramite la colonizzazione. “Lo stiamo vedendo adesso, e non solo da una parte ma anche dalle altre” ha concluso.

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