Patto del grano Turchia-Italia: ok di Washington

Patto del grano Turchia-Italia: ok di Washington

Arriva da Ankara il patto del grano, il primo passo per fermare la guerra.

L’incontro necessario per dare una svolta a questa guerra è arrivato ieri ad Ankara tra il premier Draghi, leader europeo più influente in questo conflitto, e Erdogan il personaggio chiave della guerra. Se il premier aveva in passato – e tutt’oggi – condannato la sua politica dittatoriale, ora il sultano è necessario per sbloccare la questione più importante di tutte in questa guerra: il grano bloccato nei porti. Scongiurare una carestia globale è più forte di altri limiti. Per questo è arrivato l’ok al patto del grano con il nulla osta anche degli Stati Uniti.

Su indicazione di Biden, Draghi ha iniziato a collaborare e cooperare con l’estremo partner Nato nel Mediterraneo: la Turchia. A livello geopolitico gioca un ruolo fondamentale non solo in questa guerra ma anche per la questione migratoria, lì arrivano tutti i migranti proveniente da Afghanistan, Pakistan, Siria ecc. Ora Erdogan si impegna a sbloccare il grano e procedere con lo smistamento prima che il raccolto di settembre inizi a marcire. Liberare i silos è l’obiettivo primario.

grano

L’impegno del sultano nel liberare i silos dai porti

Passeranno ancora dieci giorni prima che il grano possa essere realmente liberato perché manca ancora l’ok da parte di Mosca. Ma Erdogan è fiducioso e promette di sentire il presidente Putin per convincerlo ad accettare il patto. «Ma noi crediamo di poter mediare e nei prossimi giorni aumenteremo i contatti. Cercheremo di arrivare a un risultato anche in una settimana», ha detto il sultano. Il premier Draghi sottolinea che questo potrebbe essere un primo segnale di pace.

«Un accordo tra Russia e Ucraina sul grano ha un importantissimo valore strategico» perché «nel complesso degli sforzi per la pace sarebbe un primo atto di concordia, un primo tentativo di arrivare a un accordo per un fine che deve coinvolgerci tutti. Perché ne va della vita di milioni di persone nelle aree più povere del mondo» ha detto Draghi. Il presidente turco ha precisato che «I nostri negoziati (per un corridoio del grano) vanno avanti», e auspica un incontro e un accordo in tempi brevi tra Mosca e Kiev con la mediazione turca.