Non solo accuse e critiche reciproche: il retroscena sul patto Meloni-Schlein arrivato dopo alcuni messaggi e ben tre telefonate.
Il recente scontro con tanto di bordata in pubblico è solo l’ultimo capitolo delle vicende che vedono protagoniste Elly Schlein e la premier Giorgia Meloni. Eppure, tra le due “avversarie” non sempre si lotta ma si cerca anche di collaborare. In particolare nelle ultime ore, ecco il “patto” che riguarda una tema importante sulla Corte Costituzionale.
![Giorgia Meloni](https://newsmondo.it/wp-content/uploads/2024/10/GI_Giorgia_Meloni-1.jpg)
Il rapporto Meloni-Schlein
Che il feeling, almeno all’apparenza, non sia ottimale è un dato di fatto. Eppure tra Giorgia Meloni e Elly Schlein, ogni tanto prevale il buon senso. Come sottolineato dal Corriere della Sera, infatti, al netto degli scontri, almeno due volte all’anno le due leader “depongono le armi” e “si confrontano come due persone che si riconoscono a vicenda, personalmente e come leadership, accostando infine le dinamiche del nostro Paese a quelle, certamente meno virulente, di tante democrazie europee più mature”,
Il patto: messaggi e telefonate
In questo senso, l’ultimo capitolo del rapporto “odi et amo” tra le due politiche si è consumato “due sere fa” quando sono state chiamate alla scelta dei giudici costituzionali da parte del Parlamento. Secondo quanto riferito dal Corriere, il primo passo sarebbe arrivato dalla Schlein “con dei messaggini”. Dal canto suo la Premier “ha risposto ed è iniziata una sorta di trattativa serrata”.
Oltre ai messaggi ci sarebbero state anche delle chiamate che sarebbero avvenute verso le 22 di mercoledì. Meloni e Schlein si erano stufate di scriversi messaggi e quindi hanno optato per dei contatti telefonici. “Ce ne sono volute ben tre, tutte intorno alle 22, poco prima e poco dopo, per siglare l’intesa che ieri mattina ha portato Camera e Senato a colmare il buco che da mesi si allargava, senza essere colmato, nelle presenze dei giudici della Consulta”, ha precisato il Corriere.
Interessante anche analizzare questi contatti e questo “patto” tra le due. Sempre il quotidiano, infatti, ha evidenziato come sia “la prima volta che un dialogo fra le due leader produce un risultato istituzionale non indifferente, che tocca da vicino gli equilibri e gli organi dello Stato”, come appunto la scelta dei 4 giudici costituzionali: Sandulli, Cassinelli, Marini e Luciani.