Paura per il ministro Guido Crosetto: atterraggio d’emergenza a Ciampino

Paura per il ministro Guido Crosetto: atterraggio d’emergenza a Ciampino

Atterraggio d’emergenza a Ciampino per il ministro della Difesa Guido Crosetto a causa di fumo in cabina: cosa è successo.

Nel pomeriggio di oggi, intorno alle 15:00, l’aeroporto GB Pastine di Ciampino è stato teatro di un atterraggio d’emergenza che ha coinvolto il ministro della Difesa Guido Crosetto.

Il ministro, di ritorno dalla ministeriale Nato di Bruxelles, si trovava a bordo di un Falcon 900 quando la cabina si è improvvisamente riempita di fumo.

Guido Crosetto

Momento critico a bordo per il ministro Crosetto

L’incidente, come riportato da IlMessaggero.it, è avvenuto poco prima dell’inizio delle manovre di atterraggio, quando il fumo ha cominciato a diffondersi all’interno della cabina.

Il comandante dell’aereo ha immediatamente richiesto la massima priorità per l’atterraggio presso l’aeroporto di Ciampino.

Grazie alla prontezza dell’equipaggio, il ministro Crosetto e il suo staff sono stati evacuati in totale sicurezza non appena il velivolo ha toccato terra.

Secondo fonti dell’Adnkronos, il Falcon 900 su cui viaggiava il ministro è un modello di prima generazione che, stando a quanto riportato, avrebbe dovuto essere già dismesso.

Tuttavia, il velivolo rimarrà operativo fino al prossimo anno. Le cause del malfunzionamento che ha provocato il fumo in cabina sono ancora in fase di accertamento.

Le dichiarazioni del ministro a Bruxelles

A margine della ministeriale Nato a Bruxelles, come riportato da Lastampa.it, Crosetto ha rilasciato dichiarazioni importanti in merito alla posizione dell’Italia sui finanziamenti destinati all’Ucraina.

Il pacchetto da 40 miliardi all’anno per l’Ucraina è un discorso posticipato. Non ci sono, l’Italia ha detto che non è d’accordo a un impegno di questo tipo, che avrebbe significato per noi 3,5 miliardi all’anno aggiuntivi, dato che già facciamo difficoltà ad arrivare al 2%“, afferma.

Il ministro ha sottolineato, infine, come il raggiungimento dell’obiettivo del 2% del PIL per la spesa militare sia una priorità prima di poter discutere ulteriori investimenti.