L’ex premier Romano Prodi parla della situazione attuale della sinistra e della legge elettorale.
Dopo la scissione del M5s e le spinte anti-governative di Conte, l’alleanza tra Pd e M5s si fa sempre più complessa. Il duro lavoro ai fianchi di mediazione di Enrico Letta potrebbe non sortire gli effetti sperati. Il segretario dem cerca di far ragionare l’avvocato sulle disastrose conseguenze che ora potrebbe provocare uno strappo tra lui e Draghi. L’uscita dal governo dei 5 stelle porterebbe a effetti irreversibili per i grillini, sia in quanto credibilità del Movimento sia per le future alleanze.
Per Letta prima viene l’interesse del paese poi le beghe di partito. A dare l’aut aut è stato anche il ministro Franceschini. Ora sta a Conte decidere che oggi incontrerà il premier Draghi. I rapporti tra dem e grillini non sono dei migliori e probabilmente un’alleanza per le prossime politiche non ci sarà ugualmente ma ad oggi in vista anche delle prossime amministrative regionali, l’alleanza tiene ancora.
Il Pd spinge per la riforma elettorale
Per quanto riguarda il campo largo, per Prodi ormai non c’è più. “Con la scissione Di Maio-Conte non c’è più: c’è un campo senza recinti che va ridisegnato se questo è il massimo che si può ottenere”. Ma non molla il Pd sulla riforma elettorale che lo toglierebbe da tutti gli impicci con i 5 stelle.
Il segretario dem aveva annunciato di sognare un nuovo Ulivo come quello fondato da Prodi che ospite a Metropolis dichiara netto: “Tutto è meglio del Rosatellum, anche un proporzionale con preferenze che almeno dà un minimo di potere all’elettore.” Infatti, l’idea del Pd è cercare di convincere anche Fratelli d’Italia a trattare su un sistema proporzionale che prevede però un robusto premio di maggioranza alla coalizione. Quest’ultimo punto è difficile per Letta che non vorrebbe premiare la coalizione ma il partito, ma forse Giorgia Meloni potrebbe ripensarci dato che è primo partito e le ostilità con gli altri due continuano.