Secondo la Corte d’Assise è “altamente probabile” che i resti indicati dallo zio Danish appartengano proprio a Saman Abbas.
A distanza di qualche giorno dall’arresto del padre di Saman, Shabbar Abbas, gli inquirenti ritrovano anche il corpo della giovane 18enne pakistana, scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) Il 30 aprile 2021. Secondo alcune indiscrezioni, a guidare gli inquirenti verso il corpo della giovane scomparsa ormai oltre un anno fa sarebbe stato suo zio, Danish Hasnain, anche lui coinvolto nell’omicidio.
La perizia tecnica
Per la giornata di domani, 23 novembre, gli inquirenti hanno fissato il conferimento della perizia tecnica. I carabinieri sono giunti sul luogo in cui si trovavano i resti del cadavere di Saman Abbas, accompagnati dallo zio Danish Hasnain. Domani alle 12:00 si terrà il conferimento della perizia tecnica per scoprire se i resti appartengano o meno alla giovane pakistana.
Sarà inoltre compito dei periti verificare le cause della morte della giovane. Secondo gli inquirenti, è “altamente probabile” che i resti appartengano alla 18enne pakistana. La presidente della Corte, Cristina Beretti, ha scritto in una nota: “Il luogo del rinvenimento e l’accurato sotterramento portano a ritenere altamente probabile che si possa trattare del corpo della giovane donna”. La Corte ha accolto la richiesta di incidente probatorio urgente della Procura di Reggio Emilia.
La giovanissima è stata uccisa il 30 aprile 2021, dopo aver rifiutato un matrimonio combinato con un suo cugino propostogli dalla famiglia. Poi la foto postata online con il suo fidanzato. Da lì è scattato l’omicidio nei confronti della giovane residente a Reggio Emilia.
Come Danish Hasnain, in carcere a Reggio Emilia si trovano anche i cugini della giovane, Ikram e Numanulla, tutti accusati di concorso in omicidio Sarebbe però lo zio di Saman ad aver compiuto materialmente l’atto. L’uomo ha accompagnato gli inquirenti nella zona in cui si trovavano i resti della giovane 18enne, in un casolare diroccato a Novellara, a poche centinaia di metri dall’abitazione dove la vittima viveva con la famiglia.