Silvio Berlusconi è stato assolto dal processo Rubyter perché “il fatto non sussiste”. Come è stato possibile?
Il leader di Forza Italia è stato definitivamente assolto dalle accuse di corruzione in atti giudiziari riguardo alle giovani donne ospiti delle cosiddette “cene eleganti” nella villa di Arcore di Berlusconi. Dopo anni di processi, semplicemente “il fatto non sussiste”. Questa è la sentenza dei giudici, sia di Milano che di Roma e Siena nei confronti del Cavaliere che ora accusa la magistratura di “persecuzione giudiziaria”. Due ore di camera di consiglio decidono per un’assoluzione totale per tutti i ventinove imputati tra cui il leader di FI.
Le ragazze imputate “non potevano legittimamente rivestire l’ufficio pubblico di testimone” perché andavano indagate all’epoca, dal marzo 2012, e sentite come testi assistite dagli avvocati. I loro verbali quindi sono stati inutilizzabili perché non potevano testimoniare. Questo, quindi, rende impossibile configurarla come falsa testimonianza e come corruzione in atti giudiziari. Se non sei testimone non puoi fare falsa testimonianza.
L’assoluzione deriva da una mancata definizione dei ruoli
In questo modo cadono tutte le accuse imputate a Silvio Berlusconi. Se non può esserci corruzione non può sussistere nemmeno l’ipotesi di un corruttore, nella fattispecie l’ex premier. L’accusa chiedeva una condanna a 6 anni di reclusione e la confisca di 10.846.123 euro. Dopo la sentenza ha deciso di non fare ricorso. Si conclude così un lungo processo durato otto anni tra rinvii e sospensioni. Per Berlusconi, le somme di denaro date alle cosiddette Olgettine, non erano corruzione ma la sua “immensa generosità”.
Queste ragazze, secondo i pm, hanno sicuramente mentito. Il punto è che se non erano testi non erano tenute a dire la verità. Ma secondo i giudici dovevano essere considerate indagate, che invece hanno la facoltà di mentire. Il problema è stato a monte del processo, ovvero non si sono definiti i ruoli degli attori in causa.
