Perché il campionato deve finire il 30 giugno? Tra calciomercato e bilanci, la deadline della stagione difficilmente potrà essere a luglio.
ROMA – Perché il campionato deve finire il 30 giugno? Tra bilanci e calciomercato, sono diversi i motivi che porteranno il Consiglio Federale il prossimo 23 marzo 2020 a confermare quella data come la deadline della stagione.
Non ci potrà essere un prolungamento fino a luglio come si era ipotizzato inizialmente. Nessun passo indietro, al momento, sulla ripresa del campionato che dovrebbe restare il prossimo 2 maggio.
La questione dei trasferimenti
Il 30 giugno scadono i prestiti e i contratti di molti giocatori. Non tanto, quindi, l’apertura del calciomercato ma la fine dei rapporti tra i tesserati e la società di appartenenza. In caso di fine di campionato a luglio il Consiglio Federale è obbligata a fare un provvedimento per prolungare di qualche giorno (o settimana) la durata dei contratti dei calciatori.
Ipotesi, al momento, non fattibile e per questo motivo la Figc è pronta, come detto dallo stesso Gravina, a fissare la deadline il 30 giugno. La situazione sembra essere sotto controllo anche se l’ipotesi di un congelamento della classifica non è da escludere visto che l’emergenza rischia di durare anche oltre aprile.
La questione amministrativa
Ma il 30 giugno è stata fissata la scadenza di tutte le questione fiscali come bilanci e aspetti amministrativi. Motivi che fanno pensare all’impossibilità di chiudere il campionato a luglio. La decisione definitiva sarà presa nel prossimo Consiglio Federale.
Possibile che al termine del vertice venga fissata una deadline (9 maggio?) per riprendere il campionato. In caso di un mancato ritorno in campo entro quel giorno si potrebbe ipotizzare una Serie A a 22 squadre con lo stop alle retrocessioni. Ipotesi che non contempla, almeno secondo le ultime indiscrezioni, l’assegnazione dello Scudetto. I nodi restano e saranno sciolti solamente nei prossimi giorni.
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