Depressione, impulsi omicidi e psicosi: la madre di Elena Del Pozzo, non ha saputo spiegare ai carabinieri il movente.
Tra i possibili moventi, i litigi con famiglia del marito, la gelosia per la nuova compagna di lui e la sindrome di Medea. Martina Vanessa Patti, 24 anni, è la donna che ha ucciso la figlia, Elena Del Pozzo, di soli quattro anni, con sette coltellate.
Ma al momento dell’interrogatorio, la donna non è riuscita a spiegare agli inquirenti per quale motivo avesse compiuto l’atroce gesto nei confronti della figlioletta. Sono state queste le sue dichiarazioni durante l’interrogatorio: «Non ricordo cosa sia passato per la mia mente quando ho colpito mia figlia, anzi posso dire che non mi è passato nessun pensiero, era come se in quel momento fossi stata una persona diversa». La procura di Catania sta attualmente conducendo le indagini con l’accusa di omicidio volontario e premeditato nei confronti della donna. Tra le varie dichiarazioni, Martina Patti ha detto di non essere in sé mentre compiva l’omicidio: «Ricordo soltanto il coltello, ma non ricordo altro, non ero in me, non ero io».
La vicenda
Martina Patti aveva lasciato il marito dopo aver conosciuto un altro ragazzo. Nonostante ciò, tra la coppia c’era ancora un rapporto. L’x marito di lei, Alessandro Nicodemo Del Pozzo, 25 anni, odontotecnico, ha alcuni precedenti per droga ed in passato era stato accusato di un furto. Caso che poi era stato archiviato. Alessandro era andato a vivere dai suoceri e poi era emigrato in Germania. Dopo essere partito, aveva conosciuto un’altra donna con cui aveva iniziato una relazione. Sarebbe proprio questo, secondo gli inquirenti, il motivo che avrebbe spinto Martina Patti a compiere l’omicidio nei confronti della figlia.
Secondo le ricostruzioni della procura, la donna non accettava il fatto che sua figlia si stesse affezionando alla nuova compagna dell’ex marito, anche a causa dei rapporti difficili tra Martina e la famiglia di lui. Martina Vanessa Del Pozzo ha parlato di Martina: «Io lo dicevo sempre che per me era pazza, che era strana, distaccata. Le ho dato tutto l’amore che potevo, l’ho aiutata a dare le materie del suo corso di laurea in Scienze infermieristiche, le avevo pure offerto la mia tesi di laurea come modello per scrivere la sua, ma lei mi odiava, odiava me e mia madre, odiava tutte le cose che facevo, era invidiosa».
La confessione
Nel “Corriere della Sera” sono state riportate alcune frasi pronunciate da Martina durante la confessione: «Quando ho preso mia figlia all’asilo siamo andate a casa mia. Elena ha voluto mangiare un budino poi ha guardato i cartoni animati dal mio cellulare. Io intanto stiravo… in serata saremmo dovute andare da un mio amico per il suo compleanno ed Elena era contenta… poi siamo uscite per andare a casa di mia madre, ma poi ho rimosso tutto».
E continua: «Non ricordo se ho portato con me qualche oggetto da casa. All’incirca erano le 14.30, siamo andate nel campo che ho indicato ai carabinieri. Era la prima volta che portavo la bambina in quel campo… ho l’immagine del coltello, ma non ricordo dove l’ho preso. Non ricordo di aver fatto del male alla bambina, ricordo solo di aver pianto tanto».