Permesso premio per uno dei mandanti dell’omicidio di Livatino, il giudice ucciso dalla mafia il 20 settembre 1990.
ROMA – Permesso premio per uno dei mandanti dell’omicidio di Livatino, il giudice ucciso dalla il 20 settembre 2020. Come scritto da La Repubblica, l’uomo ha usufruito di nove ore di libertà grazie alla sentenza della Consulta sui reati ostativi e e permessi.
Una notizia che è arrivata alla vigilia del trentesimo anniversario della morte del magistrato. Il 64enne è ritornato in carcere dopo il permesso premio per continuare a scontare l’ergastolo. Possibile un nuovo ritorno in libertà per poco nelle prossime settimane.
Permesso premio per uno dei mandanti dell’omicidio di Livatino
Il permesso premio è avvenuto nei giorni scorsi con l’ergastolano che ha potuto usufruire di nove ore di libertà per incontrare amici e parenti e ricevere diverse telefonate per poi fare ritorno in carcere.
La notizia è stata data poco dopo e alla vigilia del trentesimo anniversario della morte del giudice. Si tratta del primo ergastolano a poter usufruire del permesso premio dopo la sentenza della Consulta sui reati ostativi e permessi.
L’omicidio di Livatino
L’omicidio del giudice Livatino è avvenuto il 21 settembre 1990. Il magistrato era a bordo della sua auto quando è stato raggiunto da un’auto e da una motocicletta. Diversi i colpi di esplosi dai killer con la vittima uccisa in un campo mentre stava tentando la fuga.
Il fermo di Giuseppe Montanti è avvenuto diversi anni dopo visto il periodo di latitanza ad Acapulco, in Messico. A distanza di 30 anni dall’omicidio la decisione di concedere un permesso premio ad uno dei mandanti dell’omicidio del giudice. Una notizia destinata a provocare diverse polemiche visto che si tratta della prima volta che un ergastolano è riuscito ad usufruire della sentenza della Consulta sui reati ostativi e permessi. E, in futuro, anche altri detenuti potranno sfruttare questa decisione.