La Russia cambia la guerra. Il nuovo piano di Vladimir Putin nel conflitto contro l’Ucraina con mongolfiere con reti.
Continua il conflitto tra Russia e Ucraina e potrebbero esserci novità su come il leader russo Vladimir Putin abbia intezione di proseguirla. Pare, infatti, che il Cremlino stia progettando di costruire una rete di palloni di sbarramento ispirata alla Prima e alla Seconda guerra mondiale per contrastare gli attacchi che l’Ucraina effettua quotidianamente con droni.
Il piano di Putin contro i droni ucraini
Secondo quanto riportato dal The Telegraph, citato in queste ore da Adnkronos, la Russia sta progettando di costruire una rete di palloni di sbarramento ispirata alla Prima e alla Seconda guerra mondiale per contrastare gli attacchi dell’Ucraina. In particolari quelli che vengono effettuati con droni. Secondo quanto riportato dal tabloid inglese, un’azienda aerospaziale russa avrebbe dichiarato di aver già iniziato a testare tali palloni aerostatici, una sorta di mongolfiere, in grado di sostenere una rete che, si spera, possa offrirà protezione contro gli attacchi con droni.
I dettagli sulle mongolfiere
Dai dettagli forniti su come funzionerebbero tali mongolfiere, pare che i palloni sarebbero progettati per essere lanciati dagli hangar, alzarsi rapidamente in fila e successivamente sganciare una rete alta 250 metri per formare un cordone difensivo. Il direttore generale di First Airship, Polina Albek, avrebbe spiegato nel corso di una conferenza a San Pietroburgo che i palloni siano anche già stati testati: “La nostra attività principale è la costruzione di dirigibili da carico ma oggi, basandoci sull’esperienza dei nostri antenati, abbiamo creato il sistema di protezione ‘Barrier'”.
Da quanto si apprende, questi palloni possono anche essere equipaggiati con radar, disturbatori elettronici e videocamere che offrono una visuale a 360 gradi con un raggio di oltre 11 km. Tali caratteristiche garantirebbero una barriera molto efficace contro i droni a bassa quota. Nello specifico i droni non sarebbero in grado di “vedere la rete” in quanto “troppo sottile”, ha spiegato ancora Albek.