Non può essere smaltita nei sistemi di compostaggio domestico: la plastica compostabile inquina di più gli spazi verdi.
I cittadini britannici seguono le indicazioni sui prodotti per comprendere come approcciare col sistema di rifiuti. Questo, vede ormai al centro la volontà di utilizzare materiali di plastica compostabile per ridurre il tasso di inquinamente. Eppure uno studio dell’University College di Londra ha constatato che questo tipo di plastica non può essere smaltito nei sistemi di compostaggio domestico.
Uno studio dello University College di Londra, pubblicato sulla rivista Frontiers in Sustainability, spiega che il 60% della plastica compostabile non si decompone e così inquina ancora di più gli spazi verdi dove viene inconsapevolmente riutilizzata. Un’informazione inusuale su un materiale di cui (sicuramente) tutti erano convinti della sua efficienza nel compostaggio domestico.
Lo studio
Già partendo dalle etichette di questi materiali, molte si presentano in maniera ambigua e talvolta i cittadini sbagliano la procedura di smaltimento dei rifiuti. Negli ultimi anni, per fronteggiare l’inquinamento, la domanda sulla plastica compostabile è aumentata di gran lunga.
Ma se questa non viene smaltita correttamente, i benefici a cui si mira si annullano. Il problema è che questo tipo di plastica è attualmente incompatibile con la maggior parte dei sistemi di gestione dei rifiuti e non esiste uno standard internazionale per la plastica compostabile domestica.
Danielle Purkiss spiega: “Abbiamo dimostrato che il compostaggio domestico, essendo incontrollato, è in gran parte inefficace e non è un buon metodo di smaltimento per gli imballaggi compostabili. L’idea che un materiale possa essere sostenibile è un malinteso molto diffuso: in realtà ad essere sostenibile è il sistema con cui quel materiale è prodotto e riciclato”.