Arriva il richiamo dell’Ue all’Italia sul ritardo del Pnrr mentre il governo di Roma è sotto osservazione per le leggi inserite in manovra.
“Il piano va attuato e le scadenze devono essere rispettate” ha ammonito l’Ue. L’Italia si trova in ritardo sull’attuazione del piano e la scadenza di fine anno è a rischio. La mancanza di fondi e l’aumento dei prezzi ha fatto pensare ai ministri Giorgetti e Fitto stanno pensando a una serie di opere da stralciare dal Pnrr perché irrealizzabili. In ogni caso il ministro Nordio ha garantito al commissario europeo per la Giustizia che comunque “le riforme entreranno in vigore rispettando le scadenze”.
Bruxelles rimane scettica anche perché Roma resta sempre sotto i riflettori. Il Piano italiano vale 191,6 miliardi di euro e a fine anno dovrebbe arrivare dalla Commissione un’altra tranche 19 miliardi, a patto che vengano rispettati tutti i 55 obiettivi di cui 45 già realizzati dal precedente governo Draghi. La premier Meloni aveva più volte paventato la possibilità di cambiare e riformare il Pnrr in vista dell’inflazione.
Italia sotto osservazione
Anche il ministro della sicurezza energetica Pichetto Fratin è di questo parere. «Dovremo rivedere il Pnrr con l’Europa», perché « a causa dell’inflazione, solo il mio ministero dell’Ambiente per gli interventi ha un onere maggiore di 5 miliardi», sui 35 previsti. «O si taglia sulle opere, o non ci stiamo dentro” ha detto. Molto scettico sulla percentuale di spesa anche il ministro degli Affari europei Fitto. Mentre il ministro del Mare Musumeci propone di posticipare la scadenza.
Nel frattempo l’Ue tiene sott’occhio l’Italia per quanto riguarda le riforme. La Commissione non ha apprezzato molto la norma inserita nella legge di bilancio di aumentare a 60euro la soglia per i pagamenti con carta e l’aumento del tetto al contante a 5mila euro. Per Bruxelles in questo modo si sono fatti passi indietro su due delle quattro misure anti evasione che sono state l’obiettivo necessario per avere la tranche di 29 miliardi l’estate scorsa.