Il figlio di Netanyahu al centro della bufera: “Un disertore”

Il figlio di Netanyahu al centro della bufera: “Un disertore”

Migliaia le polemiche contro Yair Netanyahu da parte dei suoi connazionali, che sono tornati per rispondere alla mobilitazione.

Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, migliaia di riservisti dell’esercito israeliano sono tornati dall’estero per mobilitarsi contro il nemico. Ma non Yair Netanyahu, il figlio 32enne del primo ministro d’Israele, che è fuggito in Florida sotto ordine del padre per non rischiare di combattere al fronte.

Yair Netanyahu in Florida

Dopo essere stato cresciuto tra vizi di ogni genere, come poteva il premier Benyamin Netanyahu far correre a suo figlio il rischio di arruolarsi sulla Striscia di Gaza? E così, il presidente israeliano ha pensato bene di lasciar stare Yair in Florida, dove si trova ormai da aprile scorso.

L’erede è finito nelle ultime settimane al centro delle polemiche, soprattutto dopo le sue ultime dichiarazioni ideologiche fondate su un’ottima di estrema destra nazionalista. Ma perché Yair si trova ancora negli Usa?

Si dice che il 32enne è stato messo a tacere da papà Bibi e mamma Sara, e sottratto alle denunce per diffamazione che aveva ricevuto.. Poi, dopo lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas, non ci ha pensato due volte a restare negli Stati Uniti.

La guerra a Gaza

Sono 370mila i riservisti tornati al fronte, dopo la chiamata di Israele a prendere parte all’operazione militare contro Hamas. E mentre la folla di giovani combatte rischiando la vita, il rampollo che ha sempre vissuto solo tra strip club e vizi, ha scatenato un vortice di indignazione.

In un Paese in cui la leva militare obbligatoria è di tre anni per i maschi e di due per le femmine, Yair sembra essere l’unico dei Netanyahu privilegiato.

Una delle sue ultime apparizioni risale al 17 ottobre, quando a Fort Lauderdale il figlio del premier ha partecipato a un evento di raccolta di aiuti alle famiglie ebraiche colpite dagli attacchi di Hamas. Tuttavia, il suo gesto non è bastato per far calmare le acque.

I riservisti si scagliano contro Yair

“Yair si gode la vita a Miami Beach mentre io sono al fronte”, chiosa un volontario della riserva, citato da Times. Un altro dei riservisti dice invece: “Tanti di noi hanno lasciato il lavoro, le famiglie, i figli per tornare nella nostra nazione a proteggere la nostra gente”.

“E non siamo noi ad avere la responsabilità di quanto è accaduto, ha aggiunto, incolpando indirettamente il governo di Nertanyahu padre, e tutti gli apparati dello Stato dopo il 7 ottobre. “Questo non è certo qualcosa che aiuterà a ricostruire la fiducia nella leadership del Paese”, conclude.

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