Con la quasi uscita di Di Maio dal M5S spunta anche il suo nome tra i probabili leader.
I nomi a prendere parte a questo progetto sono sempre di più e c’è sempre più bisogno di un leader intorno al quale sviluppare il polo di centro. Anche il presidente della commissione Finanze, Marattin, Italia Viva esorta a scegliere il leader con le primarie. Mentre Calenda fa il fantagoverno e crea una squadra tutta sua.
Il progetto è condiviso da molti ma non si decide una figura leader, da Sala a Carfagna e ora è il turno di Di Maio che sta per uscire dal M5S. L’obiettivo primario di chi aderisce al polo centrista è preservare il governo Draghi fino alla fine della legislatura e portare avanti il progetto del premier anche nella prossima con le elezioni del 2023.
Draghi punto di riferimento del terzo polo
Nonostante il presidente del Consiglio abbia detto di no ad una sua possibile candidatura alle prossime elezioni, il polo di centro mantiene Mario Draghi come punto di riferimento imprescindibile nell’azione politica futura. Come Calenda anche Italia Viva tiene come perno Draghi e Macron. “In vista del 2023, immaginiamo un’area à-la-Macron, dando agli italiani una terza scelta” spiega Marattin.
Il terzo polo si pone come l’alternativa al populismo di sinistra e alla destra di Meloni ma deve chiarire un po’ di cose prima di scendere in campo. “Prima c’è il “cosa siamo”, cosa vogliamo e come” dice il renziano soffermandosi su una questione cruciale che è quella della leadership. “Se c’è un affollamento di leadership, allora il polo di centro faccia le primarie per scegliere il leader” semplifica il deputato di Italia Viva.
Renzi intanto frena gli entusiasmi su una possibile leadership di Di Maio, nonostante abbia fatto strada in questi anni non è chiara la sua linea su molti punti dall’atlantismo al garantismo. Ma per il leader di Italia Viva è troppo presto fare pronostici perché fino alle elezioni può cambiare ancora tutto.