Troppi stop: Ibrahimovic non dà più garanzie. E il Milan sta giocando alla grande senza lo svedese.
Ibrahimovic sì, Ibrahimovic no: questo è il dilemma! Del Milan, ovviamente, ma anche dello stesso Zlatan, che non ha ancora preso una decisione sul futuro. La stagione dello svedese è stata caratterizzata da alti e bassi, quest’ultimi legati ai tanti acciacchi che non gli hanno consentito di giocare con continuità.
Perché in campo Ibra ha fatto il suo, sia in termini di gol che di contributo generale alla causa. Magari non è stato incisivo come in passato, soprattutto nelle ultime uscite, ma è riuscito comunque a spostare alcuni equilibri.
Infortunio Ibrahimovic: tempi incerti
L’ultimo stop ha fatto storcere il naso ai tifosi rossoneri, che ovviamente amano Ibrahimovic alla follia ma che adesso cominciano ad avere seri dubbi sull’affidabilità del loro giocatore-simbolo. Una infiammazione al tendine d’Achille ha messo k.o. il campione di Malmö, confinato ai box ormai dallo scorso 23 gennaio con un’unica consolazione: coltivare i muscoli in palestra, tra addominali e altri esercizi. Il campo, però, è un miraggio.
I tempi di recupero restano incerti. Zlatan potrebbe tornare a disposizione di Pioli in occasione del big match di campionato contro il Napoli, ma si tratta di ipotesi. Una cosa è certa: l’attaccante scalpita, freme dalla voglia di scendere in campo, di riprendersi il suo Milan.
Ibrahimovic: ritiro possibile?
Il direttore tecnico rossonero, Paolo Maldini, lo ha ribadito più volte: il club è pronto a discutere il rinnovo, ovviamente a determinate condizioni. Ma non è una questione di soldi. Ibrahimovic ha messo nel mirino il Mondiale (ammesso che la Svezia riesca a qualificarsi), ma sta valutando anche il ritiro. Ed è normale che sia così.
Le motivazioni non gli mancano, ma il fisico comincia a dare segnali di cedimento. Il Milan, come detto, è pronto a venire incontro alle esigenze del suo fuoriclasse, ma i tifosi cominciano a dubitare della bontà di tale operazione. Non c’entrano la riconoscenza e l’affetto, che non verranno mai meno: bisogna guardare in faccia la realtà e pensare al bene di una squadra che punta a tornare grande. Ibra può ancora dare un apporto concreto? È questo, dicevamo, il dilemma.