Simone Cantaridi è morto a Prato nel pomeriggio di Pasquetta. Lo schianto contro un albero, non si esclude il suicidio. Ventuno anni fa aveva sterminato la propria famiglia.
PRATO – Incidente mortale nel pomeriggio di Pasquetta nel capoluogo toscano. La vittima è Simone Cantaridi.
Prato, incidente stradale
L’uomo si è schiantato violentemente contro uno degli alberi dei giardini lungo il Bisenzio che costeggiano via Firenze. L’autovettura, una Fiat Panda, è andata distrutta. La vittima abitava a Prato da una decina di anni e lavorava come addetto alle vendite in un supermercato di Montemurlo.
Simone Cantaridi, l’uomo che sterminò la propria famiglia
Il suo era un nome tristemente noto alle cronache: esattamente 21 anni fa, il 14 aprile 1999, Cantaridi sterminò la sua famiglia, uccidendo a coltellate la moglie, la figlia di 4 anni e la sorella. Poi aveva fatto esplodere con il gas il suo appartamento di via Landi a Piombino, restando gravemente ferito. Inizialmente la tragedia sembrava di natura accidentale, ma poi un vigile del fuoco ritrovò tra i rottami dell’abitazione un coltello insanguinato e successivamente l’autopsia confermò che la moglie Sabrina Martinelli, all’epoca 24enne, la figlia Vanessa di 4 anni e la sorella Claudia di 27 erano state accoltellate a morte prima dell’esplosione.
Condanna e scarcerazione
Cantaridi confessò il triplice delitto, senza però mai dare una spiegazione del tragico gesto. Condannato in primo grado a 20 anni con il riconoscimento di un parziale vizio di mente, si era visto ridurre la pena in Appello a 16 anni e mezzo. Nel 2009, dopo dieci anni trascorsi nel carcere della Dogaia, era stato scarcerato grazie a sconti di pena per buona condotta e all’indulto. Nel frattempo si era anche laureato in Teologia. Da quel momento era rimasto a vivere a Prato fino a ieri, vigilia della tragedia che aveva segnato la sua vita, quando si è andato a schiantare contro l’albero. Un incidente sulla cui dinamica stanno lavorando gli agenti della polizia municipale e che, al momento, non ha una spiegazione se non l’alta velocità tenuta dalla Panda. La vicinanza alla ricorrenza della strage di famiglia non fa escludere agli inquirenti la volontarietà dello schianto.