Price cap sul petrolio russo, qual è l’impatto?

Price cap sul petrolio russo, qual è l’impatto?

A partire da oggi, 5 dicembre 2022, il price cap sul petrolio russo entra in vigore: il prezzo è fissato a 60 dollari al barile.

Secondo quanto appreso è stato raggiunto un price cap sul petrolio russo. Il prezzo è fissato a 60 dollari al barile. Nella fattispecie si tratta del 5% in meno al prezzo di mercato. Il provvedimento in questione entrerà in vigore a partire dalla giornata di oggi, 5 dicembre. Il provvedimento vedrà la sua applicazione in tutte vendite del petrolio russo per paesi terzi, i paesi europei. 

In seguito all’entrata in vigore della misura, il Cremlino ha dichiarato che continuerà a vendere petrolio solo ai Paesi che rispetteranno le condizioni di mercato. Il provvedimento dovrebbe essere effettivo da oggi, ma sono già sorte diverse polemiche. 

Zelensky: “Provvedimento poco serio”

In primis da parte del leader ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui il price cap a 60 dollari sul prezzo del petrolio sarebbe un “provvedimento poco serio”. Attualmente il tetto stabilito per il prezzo del petrolio risulta essere superiore al valore con cui viene commercializzato il petrolio di Mosca. 

A decretare la misura in questione il Consiglio Europeo nel quadro del sesto pacchetto di sanzioni alla Russia dall’invasione dell’Ucraina. In questa situazione Mosca ha ribadito che continuerà a vendere solo ai paesi che rispetteranno le condizioni di mercato. Durante la giornata di ieri l’Opec ha deciso di assumere una posizione attendista. Ciò significa che i livelli di produzione rimarranno quelli stabiliti durante il mese di ottobre.  

Già durante i primi mesi del conflitto l’Unione europea aveva ridotto le importazioni di petrolio dalla Russia al di sotto del 30%. Così la Federazione ha deciso di aumentare le vendite nei mercati di India, Turchia e Cina. In questo ambito però l’impatto delle misure adottate dai leader del G7 rimane limitato. 

Il problema del price cap potrebbe sorgere nel caso in cui il prezzo del petrolio dovesse improvvisamente aumentare. In programma c’è un nuovo provvedimento, approvato in giugno scorso: a partire dal 5 febbraio entrerà in vigore il divieto all’importazione di prodotti petroliferi raffinati russi.