La storia del medico ucraino fuggito dalla guerra in Italia pone l’accento sulle contraddizioni italiane.
Taoufik Kaoukabi è un giovane medico di Kharkiv fuggito dalla guerra come molti altri profughi ucraini. Insieme alla moglie ha pensato di raggiungere sua sorella a Bergamo dove poter continuare i suoi studi. Ma il governo italiano non gli ha riconosciuto il permesso di profugo ed è costretto a vivere come un clandestino. Il motivo è che la cittadinanza di Taoufik è marocchina e non ucraina.
A Kahrkiv Taoufik era arrivato per studiare dal Marocco e stava portando a termine la scuola di specializzazione. In Ucraina ha sposato Yana ma poi è scoppiata la guerra e hanno dovuto lasciare la loro città. Una storia come molte altre causate dalla guerra. “A Kharkiv avevo la mia vita che stavo costruendo da nove anni. Studiavo, lavoravo e mi stavo specializzando come chirurgo oftalmico. Ero davvero felice, anche perché lì ho trovato l’amore, un anno e mezzo fa io e la mia fidanzata ucraina Yana ci siamo sposati. Oggi è cambiato tutto per una doppia ferita, la guerra e il razzismo che per la prima volta ho toccato con mano” racconta Taofik.
Il razzismo Taoufik l’ha conosciuto a Bergamo dove era arrivato fuggendo dai bombardamenti della sua città ospite dalla sorella. “Nei paesi civili, chi fugge dalla guerra dovrebbe essere accolto. Ma a Bergamo ho vissuto un secondo incubo, sulla mia pelle ho constatato che non c’è accoglienza per tutti” dichiara amareggiato il giovane medico.
Taoufik: “L’Italia mi ha aperto le porte dell’illegalità”
L’Italia ha mostrato grande solidarietà nell’accoglienza dei profughi ucraini ma sono state palesi le contraddizioni – che non vengono spesso raccontate – di questa presunta umanità del nostro paese e dell’intera Europa. Il problema annoso dei migranti in Unione europea ha scritto tristi pagine della nostra storia e ora non sta di certo migliorando le cose. Immigrati stranieri seppur fuggono dalla guerra in Ucraina non trovano posto e la stessa accoglienza nei nostri paesi.
“Dopo tanti sacrifici, speravo in un epilogo diverso. Perché l’Italia mi ha aperto le porte dell’illegalità rispetto a quelle della legalità” dice Taoufik. “Ma io voglio solo continuare il mio cammino, studiare per finire la mia specializzazione come medico, rimanendo vicino a mia moglie. Anche io come cittadino del mondo ho subito la guerra, perché non mi si riconosce il diritto nella civile Europa, di essere aiutato per ripartire?”
Questa atroce situazione che emerge dal racconto di Taofik è dovuta all‘attuale regolamentazione degli arrivi dei rifugiati in Italia che apre le porte solo agli ucraini o a coloro che hanno un permesso di soggiorno di lungo termine in Ucraina. Il permesso di Taoufik però è legato al percorso di studi per questo non è in possesso di quello a lungo termine. Nonostante la guerra, la giovane coppia ha dovuto anche porsi davanti alla scelta di dividersi o vivere nell’illegalità imposta dal governo italiano.