Un video di Russia Today insinua che Giorgia Meloni abbia festeggiato con Zelensky al vertice Nato. I dettagli.
Nel cuore della diplomazia internazionale, i simboli e le immagini diventano strumenti di guerra. Lo dimostra l’ultimo attacco mediatico che ha coinvolto Giorgia Meloni: un video pubblicato dal canale filogovernativo Russia Today (RT) suggerisce che la premier italiana abbia preso parte a una presunta “festa con Zelensky” durante il recente vertice Nato all’Aja. Ma dietro l’apparente sarcasmo, si cela una strategia ben precisa: colpire chi, come Meloni, mantiene una linea ferma contro la Russia di Vladimir Putin.
Il filmato, diventato virale, mostra alcune espressioni della premier fuori contesto, con una didascalia provocatoria: «Tutto bene Giorgia Meloni? Avete fatto troppa festa con Zelensky a L’Aja?». L’insinuazione richiama episodi passati di disinformazione, come quello della presunta cocaina sulla scrivania del presidente ucraino. L’obiettivo è chiaro: indebolire la credibilità internazionale della presidente del Consiglio.

Meloni non si piega a Mosca: le ragioni dell’attacco
Questo attacco arriva in un momento di tensione. Giorgia Meloni, a differenza di altri leader occidentali, non ha seguito l’orientamento più morbido promosso da Donald Trump nei confronti di Mosca. Al contrario, ha rafforzato la posizione italiana di condanna verso l’invasione dell’Ucraina, difendendo la sovranità di Kiev e mettendo in guardia i partner occidentali anche sulle mire russe in Libia.
Secondo quanto riportato da La Stampa e Open, il malumore russo è legato proprio a questa fermezza. L’Italia, sotto la guida di Meloni, non ha mostrato segnali di cedimento e ha continuato a supportare l’Ucraina anche sul piano militare e diplomatico.
La risposta diplomatica di Mosca: il richiamo all’ONU
Non è un caso che la risposta russa sia arrivata anche tramite i canali ufficiali. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha criticato le parole di Meloni sulla crisi iraniana – dove la premier aveva auspicato una sollevazione popolare – ricordandole la risoluzione ONU del 1965 (2131), che vieta l’ingerenza negli affari interni degli Stati. Un modo per ribadire il principio della sovranità nazionale, piegato però a fini di propaganda.
Il caso della presunta “festa con Zelensky” non è che l’ultima offensiva di un conflitto più ampio: quello tra comunicazione strategica e propaganda internazionale. E Meloni, nel mantenere la sua posizione, si trova al centro di una sfida mediatica globale.