Dopo il bombardamento sull’ospedale di Gaza, tutti i paesi arabi si sono mobilitati nelle piazze a sostegno dei palestinesi.
Dopo la strage all’ospedale di Gaza, avvenuta nella tarda serata di ieri, diversi paesi arabi si sono mobilitati con proteste e manifestazioni a sostegno della popolazione. Sit-in che spesso si trasformano in scontri violenti con la polizia, in Egitto, Giordania e Libano.
Proteste pro Gaza
Sono in corso diverse manifestazioni contro l’ultima atroce strage che a Gaza ha ucciso oltre 500 persone. In Egitto a muoversi nelle piazze sono gli studenti, insieme ad altri migliaia di egiziani, protestano a gran voce. Le organizzazioni studentesche si muovono al Cario, Alessandria, Mansoura, Faydoum e Minya.
Scontri violenti stanno avvenendo nella città libanese di Beirut, dove i manifestanti si scagliano contro le forze di sicurezza vicino la sede dell’ambasciata Usa. La sicurezza sta cercando di fermare la protesta con l’uso di idranti per evitare conseguenze vicino all’edificio, dov’è atteso Joe Biden.
Manifestazioni anche a Tunisi e nella capitale dello Yemen. Questa mattina ci sono state mobilitazioni nel centro di Baghdad, mentre a Rabat hanno sfilato in centinaia per le strade.
A causa delle manifestazioni in tutto il mondo arabo-islamico, Israele ha evacuato lo staff delle proprie ambasciate in Marocco ed Egitto. Come spiega Yedioth Ahronoth, in tutte le rappresentanze diplomatiche israeliane nel mondo è stato alzato il livello di allerta.
مظاهرات لطلاب جامعة المنصورة دعمًا لفلسطين pic.twitter.com/4YlYP0ZamV
— الاشتراكيون الثوريون (@RevSocMe) October 18, 2023
Hamas incita la rivolta in Cisgiordania
Il portavoce di Hamas, Osama Hamdan, ha incitato i palestinesi che vivono in Cisgiordania e in Israele a ribellarsi “contro il nemico sionista e a scontrarsi con esso in tutte le città, i villaggi e i campi”. Sono state incitate le proteste scoppiate anche nel resto del mondo, chiedendo un cessate il fuoco immediato e un corridoio umanitario nella Striscia di Gaza.
Il presidente Abdel Fattah al-Sisi aveva avvertito: “Se chiedo al popolo egiziano di scendere in piazza, saranno milioni”. Ed è esattamente quello che attualmente sta accadendo.