Protezione oceani: primo trattato internazionale sull’Alto mare

Protezione oceani: primo trattato internazionale sull’Alto mare

L’Onu ha approvato il primo storico trattato internazionale sulla protezione degli oceani della loro biodiversità e i suoi ecosistemi.

Arriva lo storico accordo dopo anni di negoziazioni. Gli stati membri dell’Onu hanno approvato il primo trattato internazionale per la protezione degli oceani. Ora più che mai era fondamentale agire in questo senso per proteggere la biodiversità e gli ecosistemi dell’ambiente marino dato che negli ultimi anni animali e piante marine sono diventati vittime degli effetti del cambiamento climatico e dell’inquinamento.

Il trattato sull’Alto mare prevede che il 30% delle acque internazionali in mare aperto diventino aree protette entro il 2030. L’obiettivo è risanare le specie marine a rischio. In queste aree quindi verranno fissati limiti alla pesca, alle zone in cui possono transitare le navi e alle attività di esplorazione come l’estrazione di minerali.

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Una svolta storica per la protezione dell’ambiente

L’alto mare rappresenta i due terzi degli oceani, si tratta di acque internazionali oltre la Zee, zona economica esclusiva degli stati. In queste aree gli stati possono svolgere attività di pesca, navigazione o ricerca. L’accordo raggiunto prevede la creazione di aree protette negli oceani di tutto il mondo. Dopo venti anni circa di discussioni si è arrivati all’accordo per tutelare gli oceani. Si tratta di un’area a lungo ignorata dalle battaglie ambientaliste ma cruciale perché comprende la maggior parte dei mari. Secondo gli scienziati quest’area produce la metà dell’ossigeno che respiriamo, rappresenta il 95% della biosfera del pianeta e limita il riscaldamento climatico assorbendo anidride carbonica.

Una vittoria per il multilateralismo e per gli sforzi globali per contrastare le tendenze distruttive che minacciano la salute degli oceani, oggi e per le generazioni a venire”, ha commentato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. Mentre Laura Meller di Greenpeace ha commentato: “È una giornata storica per la conservazione e un segno che in un mondo diviso la protezione della natura e delle persone può trionfare sulla geopolitica”.