La Puglia collabora con la Russia per radiofarmaci
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

La Puglia collabora con la Russia per radiofarmaci

Laboratorio Coronavirus

Scoppia la polemica per la collaborazione tra il Policlinico di Bari e l’azienda russa di testate nucleari.

Svelata una collaborazione tra il Policlinico di Bari e l’azienda russa Rosatom. L’azienda statale russa progetta e realizza testate nucleari per l’esercito russo e avrebbe una collaborazione aperta con il Policlinico di Bari che avrebbe acquistato dalla Rosatom dei radiofarmaci.

A rivelarlo è il gruppo regionale di Fratelli d’Italia che chiede un’interrogazione al presidente Emiliano riguardo a questi scambi tra il policlinico del capoluogo e l’azienda russa. Obiettivo è soprattutto verificare se questa collaborazione è ancora attiva. Il protocollo per la produzione di farmaci per la radioterapia è stato firmato a novembre 2019 e non è chiaro se è ancora attivo.

Durante una seduta della commissione sanità del consiglio regionale della Puglia, alcuni medici hanno segnalato all’assessore della salute, la mancanza di reparti di medicina nucleare. In questo contesto, il consigliere di FdI ha chiesto se fosse vero che i radiofarmaci provenissero anche dalla Russia. Uno dei medici ha svelato che al Policlinico di Bari ci fosse un accordo con una società russa. Infatti, la mancanza di radiofarmaci deriva dal fatto che questa azienda ora produca armi. “Riteniamo che la sperimentazione con questa società debba essere sospesa visto che produce armi da guerra” ha dichiarato un medico.

Energia nucleare
Energia nucleare
Leggi anche
Papa Francesco ai cattolici Lgbt: “La Chiesa è madre e non rifiuta i suoi figli”

Puglia e Mosca hanno sottoscritto un protocollo

Da questo è venuto fuori che la Puglia, l’università di Mosca e l’azienda Rosatom abbiano sottoscritto un protocollo nel 2019. Questo, inoltre, non sembra essere l’unico accordo tra la regione e Mosca. Ma FdI decide di puntare su questo anche perché di mezzo c’è il nucleare. Fratelli d’Italia dichiara che “oggi potrebbe creare più di un imbarazzo se dovessimo verificare che è ancora attivo il protocollo”. Ma la regione ha assicurato che da quando è scoppiata la guerra la collaborazione è stata interrotta.

A chiarire la faccenda è Gorgoni, direttore dell’Agenzia regionale strategica per la salute. Questi spiega che “Il protocollo del 2019 aveva l’obiettivo di avviare una cooperazione scientifica, anche a livello accademico e universitario, nell’ambito della ricerca contro i tumori, con l’impiego di radiofarmaci innovativi non disponibili sul territorio nazionale. Ogni passaggio è stato accompagnato sempre dalle autorizzazioni del Governo italiano e delle autorità europee. Scoppiata la guerra in Ucraina, la collaborazione è stata interrotta”.

Anche il Policlinico di Bari cerca di chiarire le cose dicendo che “Nessuna fornitura di radiofarmaci con aziende russe è stata sottoscritta.” Poi parla di un progetto scientifico coordinato dall’Aress, secondo cui la medicina nucleare del Policlinico ha effettuato test analitici sulla qualità di un farmaco russo utilizzato per un tipo di cancro. La Puglia era stata scelta da Mosca perché più avanzata nello sviluppo oncologico. Di questa sperimentazione però non sono emersi report riguardanti un nuovo farmaco o dei risultati raggiunti.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 10 Maggio 2022 11:42

Papa Francesco ai cattolici Lgbt: “La Chiesa è madre e non rifiuta i suoi figli”

nl pixel