Il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha confermato al premier Draghi che il gas russo continuerà ad arrivare in Italia.
Il gas russo è uno dei temi più discussi delle ultime settimane. In seguito alla guerra inUcraina, i sei pacchetti di sanzioni Ue contro Mosca hanno tentato di indebolire l’economia russa, senza però riuscirci, stando a Putin. Ebbene, di tutta risposta, il Cremlino ha stabilito che le forniture di gas russo sarebbero dovute essere pagate in rubli anziché in dollari o euro. Da ciò, l’Europa sta discutendo un possibile embargo a gas russo. In seguito, la paura di un tracollo energetico europeo si è fatta sempre più concreta. Eppure, il leader del Cremlino ha rassicurato l’Italia, assicurando a Draghi che il gas russo continuerà ad arrivare.
La conversazione tra i due leader
I due leader, Vladimir Putin e Mario Draghi, hanno parlato al telefono questo pomeriggio. Il colloquio ha riguardato la situazione vigente in Ucraina, con un focus sulle possibilità di intavolare dei negoziati seri che possano portare ad una soluzione. Non solo: Putin e Draghi hanno anche parlato del problema della crisi alimentare attualmente in corso, nonché sulle ripercussioni di questo fenomeno sui Paesi più poveri del pianeta. Ma anche il gas è stato un tema discusso: stando a quanto riportato dal Cremlino, Putin ha assicurato al premier italiano Draghi che la Russia continuerà a garantire forniture di gas all’Italia.
Le parole di Draghi sul gas
Stando al premier italiano, che ha parlato ieri all’Università Bocconi di Milano, in occasione del convegno “Economic policy in an age of uncertainty”, bisogna “trovare soluzioni a questioni pratiche che vanno affrontate per capire se l’Europa vuole avere un ruolo davvero significativo”. Da ciò, per Draghi, è necessario un coordinamento nella difesa che “potrebbe portare a un coordinamento della politica estera più di quanto non avvenga oggi”. Per quanto riguarda l’energia, bisogna trovare una soluzione alla dipendenza dal gas russo “che rischia ora di diventare una sottomissione piuttosto che una dipendenza”, rispetto alla quale “la risposta immediata è preparare un futuro in cui non dipenderemo più dalla Russia per il gas, utilizzando la globalizzazione e acquistandolo in altri Paesi come l’Africa“.