Putin: “La Nato è entrata in guerra”, Francia e Germania hanno già scelto

Putin: “La Nato è entrata in guerra”, Francia e Germania hanno già scelto

La decisione degli USA di autorizzare missili a lungo raggio all’Ucraina provoca una crisi diplomatica internazionale con Putin.

La recente decisione degli Stati Uniti di autorizzare il lancio di missili a lungo raggio da parte dell’Ucraina verso il territorio russo di Putin ha portato una nuova ondata di tensione nella guerra in corso.

Vladimir Putin

La Nato e l’escalation della guerra in Ucraina

Secondo quanto riportato dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, l’amministrazione Biden starebbe “gettando benzina sul fuoco” nella crisi internazionale, accendendo ulteriori attriti tra le potenze mondiali. Per Vladimir Putin, l’impiego di missili Atacms sul territorio russo sancirebbe un coinvolgimento diretto della Nato nel conflitto, un’accusa che contribuisce a complicare i già difficili equilibri diplomatici. Secondo fonti russe sarebbe per Putin come se “La Nato è entrata in guerra”.

All’ultimo vertice del G20, tenutosi in Brasile, il tema principale avrebbe dovuto riguardare cambiamenti climatici e questioni sociali come la lotta alla povertà. Tuttavia, la questione Ucraina ha dominato la scena, trasformando il summit in un confronto diretto tra posizioni sempre più divergenti.

Mentre il comunicato ufficiale del G20 resta vago e invita a “iniziative rilevanti e costruttive per una pace duratura”, sul campo le tensioni crescono. Volodymyr Zelensky ha parlato al summit riferendosi agli ultimi attacchi russi a Odessa, invitando le nazioni presenti a prendere posizione chiara contro Mosca.

Francia, Germania e la difficile scelta contro Putin

Francia e Germania si trovano a dover prendere una decisione cruciale nel contesto della strategia militare dell’Occidente. Da una parte, Emmanuel Macron e Olaf Scholz devono gestire le pressioni interne ed esterne per l’invio di armi più potenti all’Ucraina; dall’altra, c’è il rischio di un’escalation ulteriore del conflitto.

Mentre Scholz ha già inviato 4.000 droni a supporto di Kiev, si oppone fermamente alla fornitura dei missili a lunga gittata Taurus, temendo le possibili conseguenze di un attacco diretto contro il territorio russo. Il contrasto si accentua con le posizioni di Friedrich Merz, candidato a futuro cancelliere, che critica la cautela del governo tedesco, e con la ministra degli Esteri Baerbock, che sostiene apertamente la linea dura di Washington.

Francia e Regno Unito, invece, si trovano a valutare se autorizzare l’uso degli Storm Shadows e dei missili Scalp, già inviati a Kiev, per colpire obiettivi in Russia. Una mossa delicata che potrebbe cambiare le sorti del conflitto e definire la politica estera europea per gli anni a venire.

Con il mondo che osserva e teme un’ulteriore escalation, la decisione di Francia e Germania potrebbe rappresentare un punto di svolta nel conflitto ucraino-russo, mentre le nazioni dell’Europa orientale, come Ungheria e Slovacchia, esprimono preoccupazione per una “pericolosa escalation” di tensione internazionale.