Coronavirus, come e quando finisce una pandemia? Quando finirà quella legata alla diffusione del Covid-19? Cosa sappiamo e cosa ci dice la storia.
Dopo quasi un anno di emergenza sanitaria la domanda che tutti continuano a porsi è una: quando finisce la pandemia? La speranza è che l’emergenza legata al Covid-19 possa cessare il prima possibile, la sensazione è dovremo continuare a fare i conti con il nuovo coronavirus almeno fino alla prossima primavera. Almeno. Proviamo a fare il punto, in base alle informazioni note, sulla fine di una pandemia.
Come e quando finisce una pandemia?
Evidentemente la pandemia può dirsi sconfitta quando crollano i contagi e i decessi legati al virus in questione. Si arriva così alla fine sanitaria dell’emergenza. Che non significa che il virus cessa di circolare da un giorno all’altro, ma significa che il virus non risulta più letale per l’uomo, che diventa in grado di reagire con gli anticorpi che portano all’immunità declassando la pericolosità dell’infezione.
Gli esperti parlano poi dell’emergenza sociale, che rappresenta un po’ l’onda lunga della pandemia. Si tratta della paura di contrarre il virus, che in qualche modo continua a condizionare le persone anche al termine dell’emergenza.
Ma potrebbe essere vero anche il contrario. Nel senso che la pandemia potrebbe finire al cessare dell’emergenza sociale, che potrebbe svanire prima dell’emergenza sanitaria. In poche parole, le persone potrebbero stancarsi ad esempio delle restrizioni. In altri termini, la malattia, il coronavirus in questo caso, potrebbe non fare più notizia e soprattutto potrebbe non fare più paura.
L’immunità di gregge
Dal punto di vista sanitario, uno dei modi per arrivare alla fine della pandemia è il raggiungimento dell’ormai nota immunità di gregge, difficile da raggiungere in maniera naturale, ossia attraverso l’infezione tra le persone. Il concetto ruota intorno al fatto che le persone contagiate e poi guarite sviluppano anticorpi in grado di difendere l’organismo da un secondo attacco. Il risultato è quello dell’immunità. Si tratta di una pista complicata, che può comportare un considerevole numero di vittime e che non regala grandi certezze. Anche perché, nel caso del coronavirus, abbiamo esempi di seconda infezione. I casi sono pochi ma ci sono.
Il vaccino
Il modo più rapido per arrivare all’immunità è il vaccino. Non a caso anche di fronte all’emergenza coronavirus è iniziata una vera e propria corsa tra le principali multinazionali impegnate nel settore della ricerca.
In questo la pandemia non finisce nel momento in cui viene approvato un vaccino. Dopo il via libera delle autorità ci sono diverse fasi di considerevole durata.
Il vaccino deve essere prodotto in serie e distribuito, poi deve essere somministrato ad un numero considerevole di persone. A quel punto si dovrà capire quanto durerà la protezione garantita del vaccino.
In questo caso la pandemia finisce al raggiungimento della vaccinazione di massa.
Nel caso del nuovo coronavirus, i vaccini sono accompagnati da una serie di dubbi sulla sicurezza visto che i prodotti in questione sono stati messi a punto e testati in tempi decisamente esigui rispetto all’iter tradizionale.
Il virus endemico
Come anticipato in precedenza, sconfiggere la pandemia non significa che il virus cessa di circolare. Anzi, molti dei virus che hanno scatenato una pandemia o un’epidemia sono ancora in circolazione, anche a distanza di secoli.
Ma partiamo dalle basi. Qual è il significato di virus endemico? Si tratta di un virus costantemente presente in un popolazione o comunque in un’area geografica. Un’esempio concreto è quello della malaria, che continua ad interessare diverse zone tropicali.
Ad eccezione del vaiolo, estinto dopo decenni di campagna di vaccinazione, e di pochi altri casi, solitamente i virus continuano a circolare. Per questo motivo si prospetta una nuova fase della convivenza con il virus, che passa per vaccinazioni obbligatorie, ad esempio. In poche parole il virus continua a circolare ma viene gestito e controllato dall’organismo che ormai conosce la minaccia ed è in grado di disinnescarla.
Covid-19, quando finisce la pandemia secondo l’Oms
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in vista delle feste di Natale, ha invitato i paesi europei ad agire con la massima prudenza per evitare una terza ondata, che inevitabilmente potrebbe allungare i tempi dell’emergenza.
Anche dall’Oms sembrerebbe emergere la circolare l’idea secondo cui il nuovo coronavirus possa diventare endemico, quindi di fatto l’emergenza sanitaria si concluderà quando l’uomo sarà in grado di convivere con il virus. Quindi realisticamente quando si procederà con la vaccinazione di massa. Su questo tema è difficile fare previsioni anche perché la distribuzione e la somministrazione del virus dipende dai singoli Paesi.
Coronavirus, quando finisce la pandemia in Italia?
I tempi per la fine della pandemia in Italia sono ancora incerti. Con ogni probabilità le prime dosi del vaccino dovrebbero arrivare nel mese di gennaio 2021 ma basteranno solo a proteggere i soggetti sensibili e il personale medico e sanitario che lavora in ospedali e Rsa.
Si ipotizza che la vaccinazione di massa si raggiunga intorno alla primavera del 2021, quindi è realistico ipotizzare che l’emergenza sanitaria possa concludersi prima della fine del prossimo anno.
Ovviamente anche per quanto riguarda il coronavirus bisognerà attendere di conoscere gli effetti del vaccino. L’incognita principale è quella legata alla durata dell’immunità conferita dal vaccino.
Le pandemie nella storia
Nella storia dell’uomo si registrano diverse pandemie che a loro modo hanno cambiato il volto dell’umanità se non addirittura il corso della Storia.
La Febbre tifoide si diffuse nel 430 avanti Cristo durante la Guerra del Peloponneso. Ancora oggi ci sono dubbi sull’origine della pandemia l L’ipotesi più accreditata è che il batterio possa essersi sviluppano in una fossa comune sotto la città di Atene.
Tra il 165 e il 180 l’uomo dovette fronteggiare la Peste antonina, che si ipotizza fosse una pandemia di vaiolo. Le vittime furono circa cinque milioni. A distanza di pochi anni, intorno al 251, fu la volta del Morbo di Cipriano, considerato come una seconda ondata della pandemia dello stesso virus della Peste Antonina.
A più riprese l’uomo h dovuto fronteggiare le pandemie di Peste. La prima, almeno stando alle informazioni certe, risale al 541. Poi dal 1300 fu la volta della Peste Nera
Nel 1489 la Spagna fu teatro della diffusione del Tifo, che per la prima volta nella storia interessava il Vecchio Continente.
Tra gli inizia del 1800 e la seconda metà del 1900 si sono registrate almeno sei pandemie di colera
Per quanto riguarda le pandemie influenzali abbiamo testimonianza di quella spagnola (iniziata nel 1918), che si esaurì in soli diciotto mesi e dopo tre ondate devastanti. Tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta si è diffusa l’influenza asiatica. Tra il 2009 e il 2019 il mondo ha conosciuto la temibile influenza suina.
All’inizio degli anni Ottanta diverse zone del mondo hanno dovuto fare i conti con la diffusione dell’AIDS, o comunque con il virus dell’HIV.
Arriviamo così al 2019 e all’emergenza legata al SARS-CoV-2 noto anche come Covid-19.
Tra il 2014 e il 2016 abbiamo assistito alla tragedia dell’Ebola, un’epidemia che ha portato l’Oms a dichiarare un’emergenza di sanità pubblica internazionale.
Ma che differenza c’è tra una pandemia e un’epidemia? L’epidemia è la manifestazione frequente e localizzata di una malattia infettiva, con una trasmissione diffusa del virus. La pandemia è la diffusone della malattia in più continenti o in diverse parti del mondo.