La tensione Usa-Iran fa salire la quotazione dell’oro alle stelle che raggiunge i massimi da gennaio 2013. Petrolio in rialzo.
ROMA – La quotazione dell’oro è alle stelle. La tensione tra Usa e Iran continua a preoccupare il mercato con i livelli del metallo ai massimi dal gennaio 2013. Nella giornata odierna (lunedì 6 gennaio 2020) la cifra ha raggiunto i 1586 dollari l’oncia anche se sembra destinato a salire.
La morte di Soleimani e le successive minacce rischiano di avere degli effetti sull’economia mondiale. I primi segnali non sono assolutamente positivi e il rischio di un ulteriore crollo nelle prossime settimane è molto alto.
Le quotazioni del petrolio continuano a salire
Non solo l’oro, anche le quotazioni del petrolio continuano nella loro impennata. Le incertezze di questi ultimi giorni, con il possibile calo dell’offerta in futuro e il conseguente rialzo dei prezzi, hanno portato la cifra a salire.
A New York le quotazioni del Wti hanno toccato l’1,33% a 63,89 dollari a barile mentre quelli di Brenta attualmente crescono di 73 centesimi a 69,33 dollari.
Borse Europee in calo
Oro e petrolio in rialzo, Borse in calo. La questione del Medio Oriente non ha fatto riaprire in positivo i mercati europei in questo giorno di festa. Milano si è difesa con un -0,51%. Male sia Londra (-0,53%) che Francoforte (-0,65%). Meglio di Piazza Affari Parigi (-0,48%).
Le aperture non sono state positive neanche a Wall Street con Dow Jones (-0,33%) mentre il Nasdaq è piatto. Numeri negativi che invertono il trend delle scorse settimane quando la Borsa americana stava registrando punti record. La tensione in Medio Oriente, però, ha aumentato le incertezze anche negli Stati Uniti. Male anche i listini asiatici con l’unico che è cresciuto leggermente è stato Shenzhen (+0,44%). Un crollo che dovrebbe continuare anche nelle prossime settimane visto che al momento non sembrano essere scenari di pace tra Stati Uniti e Iran.
Moody’s: “Rischio shock”
La tensione tra Iran e Usa potrebbe provocare uno shock all’economia. A dirlo è Moody’s con il suo analista Alexander Perjessy: “Un prolungato conflitto avrebbe potenziali conseguenze globali, in particolare tramite gli effetti sul prezzo del petrolio“.
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