Un macabro sospetto emerge nell’atroce morte della ragazza Yana Malayko di 23 anni chiusa in valigia soffocata.
Emerge il sospetto che Yana Malayko era ancora viva quando è stata chiusa in valigia. La ragazza ritrovata nel piccolo trolley potrebbe essere morta soffocata. L’ex fidanzato è in carcere con l’accusa di omicidio volontario premeditato e aggravato e occultamento di cadavere. L’assassino l’avrebbe picchiata più volte prima di chiuderla in quella valigia.
Il corpo della ragazza ucraina di 23 anni è stato ritrovato lo scorso mercoledì nella valigia dopo 12 giorni di ricerche. Era stato abbandonato nelle campagne al confine tra Lonato (Brescia) e Castiglione delle Stiviere (Mantova). L’avvocato di famiglia ora ha reso nota questa ipotesi che la ragazza fosse ancora viva e rinchiusa nel trolley a seguito degli esiti (parziali) dell’autopsia e dei sopralluoghi dei carabinieri del Ris (reparto investigazioni scientifiche) di Parma nell’appartamento dove Yana viveva e nel garage del palazzo.
Non ci sono segni di soffocamento
Yana Malayko sarebbe stata uccisa la notte del 20 gennaio scorso. Sul volto e sul collo aveva i segni delle botte subìte: sarebbe stata colpita da un oggetto contundente di forma tondeggiante, di piccolo diametro e a quanto pare in metallo. L’arma del delitto ancora non è stata ritrovata. La causa della morte potrebbe essere soffocamento ma non è stata soffocata. Quindi regge l’ipotesi che la ragazza sia morta nella valigia.
“Ci auguriamo non sia così – ha riferito l’avvocato Murtas -, ma vogliamo le risposte che i familiari ci chiedono”. I rilievi dei Ris sono proseguiti martedì per tutta la giornata. I militari hanno passato al setaccio prima l’appartamento dove Yana sarebbe stata uccisa, trovando tracce di sangue sul letto e sulla federa di un cuscino.