Italia verso la zona Arancione

Italia verso la zona Arancione

Guido Rasi, Italia vicina alla zona Arancione. Aumentano i nuovi casi e i ricoveri in area medica e in terapia intensiva.

L’Italia corre verso la zona Arancione: ha pochi dubbi Guido Rasi, consulente scientifico del Commissario Figliuolo. Rasi ha evidenziato come nel Paese stiano aumentando i casi ma anche i ricoveri in area medica e in terapia intensiva. Preoccupazione condivisa anche dal Ministero della Salute che, con una circolare, ha invitato le Regioni a rafforzare le misure di assistenza sanitaria.

Rasi, Italia verso la zona Arancione

L’allarme di Rasi arriva a pochi giorni dalla cabina di regia convocata dal Presidente del Consiglio Mario Draghi per fare il punto della situazione sulla preoccupante diffusione della variante Omicron nel nostro Paese.

Intervenuto a Mezz’Ora in più, Rasi si è detto preoccupato per l’andamento epidemiologico. Aumentano i nuovi casi e aumentano i ricoveri in area medica e in terapia intensiva. E i numeri stanno portando l’Italia verso la zona Arancione.

La chiave per superare questa nuova fase complicata resta quella della campagna di vaccinazione. Anche grazie al Super Green Pass sono aumentate le somministrazioni di prime dosi. Procedono ancora a ritmo piuttosto lento le terze dosi, che come dimostrano i dati sono fondamentali per proteggersi dalla variante Omicron, in grado di contagiare i vaccinati con due dosi.

Coronavirus

La cabina di regia del 23 dicembre

Anche il governo è preoccupato dall’aumento dei nuovi casi e la conferma arriva dalla convocazione a sorpresa della cabina di regia per il 23 dicembre, a ridosso del Natale e a pochi giorni di distanza dal Capodanno.

Per far fronte alla nuova emergenza il governo dovrebbe accogliere la richiesta avanzata dai sindaci e presidenti di Regione e reintrodurre l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Non si esclude inoltre una nuova estensione dell’obbligo vaccinale, che potrebbe interessare altre categorie. In particolare si pensa ai lavoratori che operano a contatto con il pubblico. Un’altra ipotesi è quella di rendere il tampone obbligatorio anche per i vaccinati per l’accesso ai grandi eventi.