Ratei, tutto quello che c’è da sapere: cosa sono, le caratteristiche, rateo passivo ed attivo e in cosa differiscono dai risconti
Cosa sono i ratei? Più volte è capitato di sentire questo termine con il quale ci si riferisce ad una quota di entrate o uscite future relative a costi o ricavi già maturati e non ancora rilevati con manifestazione finanziaria futura.
Ratei
I ratei possono suddividersi in due categorie:
- ratei attivi: misurano le quote di ricavi e rappresenta il ricavo non ancora eseguito. Essi misurano le componenti positivi di reddito già maturati ma non ancora liquidati. Esempio: pensiamo agli interessi attivi su un prestito erogato il cui incasso sarà concreto solo in futuro.
- rateo passivo: misura i costi e rappresenta il costo di spese e costi non ancora sostenuti. Una esempio? Esso misura le componenti negative di reddito a rilevazione posticipati posticipata, già maturati ma non ancora liquidati. Pensiamo ai canoni d’affitto passivo maturato a fine esercizio, che vedranno il loro pagamento concreto solo successivamente.
I ratei passivi ed attivi vengono rilevati e raccolti in una scrittura di integrazione da compilare alla fine dell’esercizio in modo da rendere i valori di conto in valori di bilancio.
Ratei e risconti
Generalmente ratei e risconti sono presenti nel bilancio di un’impresa, ma è opportuno sapere che presentano delle differenze. I ratei, come visto in precedente, rappresentano delle quote in uscita o in entrata future riguardanti rendite e spese già maturate, ma non liquidate. Si tratta di un valore numerico che rappresenta il credito o debito potenziale di cui l’impresa ha goduto con il vantaggio di pagarlo in seguito o lo svantaggio di reintegrarlo in futuro. I risconti, invece, rappresentano quote di ricavi o di costi non ancora maturate ma che hanno già la loro manifestazione economica. Si tratta di un valore economico al di là che si riferisca ad una quota di un ricavo o costo.