Le euro-Tasse del Recovery fund: gli Stati europei dovranno procedere con un aumento (+0,6 per cento) delle risorse proprie.
Raggiunto l’accordo sul Recovery fund, ora il momento di iniziare a muoversi per dare vita al fondo che per la prima volta introduce il concetto di debito europeo, finanziato anche con quelle che molti hanno ribattezzato come le euro-Tasse. Proviamo a fare il punto.
I soldi che andranno a finanziare il Recovery fund
Come noto, il Recovery fund sarà finanziato con l’emissione di bond a livello europeo.
Nascerà un debito comune per finanziare il fondo da 750 miliardi che saranno distribuiti in parte come sussidi e in parte come prestiti, quindi da rendere. Molti hanno evidenziato come anche i sussidi in realtà siamo almeno parzialmente restituiti ad esempio con i versamenti per il bilancio europeo.
Per l’Italia il bilancio resta comunque positivo, quindi evitiamo di proseguire sulla strada di una riflessione decisamente meno semplice di come alcuni vogliono presentarla.
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Le euro-Tasse del Recovery fund
Tornando al tema della tassazione europea, prima dell’intervento dei mercati, i singoli Stati membri dovranno procedere con l’aumento di mezzo punto percentuale (0,6 per la precisione) delle risorse proprie, delle tasse raccolte dai singoli governi e incassate da Bruxelles. Per questo molti parlano di euro-Tasse.
Il passaggio prevede il possibile aumento di risorse proprie già in essere e l’introduzione di nuove tasse. Arriverà la tassa sulla plastica non riciclata, ad esempio, ma ci sarà anche una tassa sulle emissioni relative al trasporto aereo e marittimo. Dovrebbe essere introdotta anche la tassa sulle imprese digitali. Come norma generale l’intenzione di fondo, che rientra nel concetto di conversione verde, è quello di far pagare l’inquinamento o comunque pratiche inquinanti.