Incontro tra governo e sindacati sul Recovery plan. Il premier Conte accelera nonostante il clima di incertezza legato alla crisi politica.
Nonostante l’incertezza politica, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte continua a lavorare senza sosta e si concentra in particolar modo sul Recovery plan. Il premier si è confrontato con i sindacati per fare il punto della situazione.
Recovery plan, confronto tra governo e sindacati
Il confronto avviene ovviamente in vide-collegamento per l’emergenza coronavirus. Presenti, oltre al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Stefano Patuanelli, Paola De Micheli, Riccardo Fraccaro, Roberto Gualtieri, Provenzano e Nunzia Catalfo. Dalla parte dei sindacati si sono Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri.
Il premier Conte ha ringraziato i sindacati per quanto fatto in questi mesi di emergenza sanitaria e soprattutto economica che ha investito il Paese.
“Secondo le prime valutazioni effettuate dal Mef, gli investimenti, gli incentivi e le riforme contenute nel Piano avranno un impatto che nel 2026, l’anno finale del Piano, dovrebbe tradursi in una crescita di 3 punti percentuali più alta rispetto allo scenario a politiche invariate“, avrebbe dichiarato il premier durante l’incontro stando a quanto riferito dell’Ansa.
Gli investimenti destinati al mondo del lavoro
Con il recovery plan il governo mette sul piatto 3 miliardi circa destinati agli investimenti sulle politiche attive del lavoro. Inoltre ci sono i 500 milioni messi a disposizione dalla legge di bilancio. Si tratta quindi di una cifra considerevole destinata al mondo del lavoro.
Gualtieri, politiche espansive fino alla crescita
Intervenuto ai microfoni de il Sole 14 Ore, il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha fatto il punto sulla strategia del governo, intenzionato a proseguire con politiche espansive fino a quando non sarà consolidata la crescita.
“Siamo convinti dell’importanza di continuare a seguire politiche fiscali e monetarie espansive fino a quando non saremo tornati su un sentiero consolidato di crescita”.
“Ritirare anzitempo il supporto all’attività economica sarebbe un grave errore […]. Occorrerà semmai orientare la politica di bilancio verso la spinta agli investimenti”.