Recuperati i resti del pallone spia abbattuto dagli Usa

Recuperati i resti del pallone spia abbattuto dagli Usa

Il pallone spia possedeva antenne per geolocalizzare le comunicazioni, e pannelli solari per il funzionamento dei sensori.

Negli ultimi giorni gli Stati Uniti hanno abbattuto il pallone aerostatico cinese che sorvolava sul territorio è stato abbattuto ad alta quota grazie all’impiego dei caccia di ultima generazione F-22 Raptor. Secondo l’intelligence, il satellite seguiva e monitorava gli Stati continentali, ma non è tutto: il Pentagono rivela i misteri del pallone spia.

Joe Biden

Geolocalizzatori cinesi

Il Pentagono comunica il recupero di “significativi rottami sul sito” d’impatto, tra cui i principali sensori e pezzi elettronici e ampie sezioni della struttura. I resti sono stati recuperati in mare, compresa la struttura che si trovava sotto il pallone, grande come tre bus scolastici.

Secondo quanto appreso, la spia cinese possedeva delle antenne capaci di geolocalizzare le comunicazioni, e dei pannelli solari utili a far funzionare i sensori per la raccolta di informazioni. Secondo l’intelligence queste antenne sono state capaci di raccogliere i dati incanalati dalle intercettazioni di telefoni e radio, anche se non si conoscono ancora i dispositivi presi di mira.

Una longeva sorveglianza cinese

Il portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale di Washington, John Kirby, spiega che il programma di sorveglianza messo in funzione dalla Cina risale quanto meno all’amministrazione Trump. “Era operativo durante la precedente amministrazione, ma non lo hanno rilevato”, dichiara.

Pare che questi palloni di sorveglianza cinesi abbiano attraversato diversi Paesi e continenti, tra cui alleati e partner degli Stati Uniti. Il monitoraggio si sarebbe concentrato soprattutto sui siti militari statunitensi, ma Pechino riferisce che l’oggetto volante era in realtà un dirigibile per osservazioni meteorologiche finito fuori rotta. 

Altri abbattimenti nel cielo sono avvenuti anche in Nord America: i Caccia militari sono intervenuti domenica scorsa sul Lago Huron, al confine tra Stati Uniti e Canada, sabato nel cielo di Yukon, in Canada, e venerdì nell’area di Deadhorse, in Alaska.