Reddito di cittadinanza, tensione al governo dopo le dichiarazioni di Giorgetti. Di Maio avverte: rispettare il contratto.
ROMA – Nuove tensioni al governo, scatenate questa volta dalle anticipazioni sul libro di Bruno Vespa in cui Giorgetti punta il dito contro il reddito di cittadinanza (cos’è e come funziona) scatenando la reazione del Movimento Cinque Stelle. La Lega non crede nella bontà del provvedimento e Luigi Di Maio teme che gli alleati di governo possano girargli le spalle proprio su uno dei provvedimenti fondamentali promessi in campagna elettorale.
Giorgetti punta il dito contro il reddito di cittadinanza
“Ritengo che lo Stato debba fare la sua parte, visto che il credito e il risparmio sono protetti dalla Costituzione. Lo stato deve perciò ricapitalizzare le banche che ne hanno bisogno, salvo uscire quando si sono risanate. Si è fatto spesso storicamente, nei momenti di crisi finanziaria“, ha dichiarato Giorgetti dopo aver sottolineato come il reddito di cittadinanza ha notevoli problemi attuativi.
Il monito di Luigi Di Maio: rispettare il contratto
Inutile sottolineare come per Di Maio la posizione del sottosegretario Giorgetti sia incondivisibile. Il vicepremier pentastellato ha detto e ripetuto che non è intenzionato a versare i soldi degli italiani nelle casse delle banche, anzi, attraverso una diretta su Facebook ha puntualizzato come la manovra preveda il ricavo di nuovi introiti proprio dalle banche.
Intervenuto ai microfoni de il Corriere della Sera, il vicepremier ha ricordati agli alleati l’esistenza del contratto di governo: “Abbiamo firmato un contratto di governo che va rispettato da entrambi i contraenti […]. Il reddito di cittadinanza sarà operativo nei primi tre mesi del 2019. Se vedo un problema non è nelle risorse o nelle norme, ma quando qualcuno non crede in quello che stiamo facendo. Se qualche membro del governo non crede in quello che stiamo facendo, allora è un rischio per i cittadini prima di tutto“.
Lo stesso di Maio ha inoltre puntualizzato come lo Stato abbia a disposizione i fondi per l’attuazione del reddito di cittadinanza e per gli investimenti previsti per il potenziamento dei centri di collocazione, indicati come una delle principali criticità del progetto pentastellato.
Di Maio, preoccupato dalla posizione della Lega, ha ricordato a tutti l’esistenza del contratto di governo. Il reddito di cittadinanza c’è e va rispettato, altrimenti il rischio è quello di far pericolosamente vacillare la maggioranza innescando una crisi di governo che potrebbe portare a una caduta dell’esecutivo.
Il silenzio di Matteo Salvini
Mentre il premier Conte ha incontrato Giorgetti in un vertice chiarificatore, l’altro grande protagonista del governo, Matteo Salvini, ha preferito non entrare direttamente nella questione attendendo il naturale svolgimento degli eventi. Qualunque esso sia.
Conte a Salvini: con l’Unione europea parlo io
Sulla questione è intervenuto anche il premier Conte: “La riforma del reddito di cittadinanza partirà l’anno prossimo. Siamo ben consapevoli tutti che va fatta con molta attenzione: è la ragione per cui non è stata inserita adesso, teniamo farla bene e con tutti i dettagli.
Non entro nel merito delle cifre a copertura del reddito di cittadinanza, c’è la libertà di stampa: quello che conta è quello che scrive il governo. Le cifre le facciamo noi, avendo contezza dei dati Istat decidendo noi la platea: le altre non contano. Ci sono le risorse per finanziare il reddito che vogliamo sia per finanziare le riforma della legge Fornero“.