Anche il sottosegretario del Lavoro, Claudio Durigon, ha annunciato l’imminente stretta del governo Meloni sul reddito di cittadinanza.
Il nuovo governo di Giorgia Meloni da tempo ha reso nota la sua volontà di voler modificare il reddito di cittadinanza ed i requisiti con cui i cittadini potranno ottenerlo. Se da una parte molti politici sostengono che il provvedimento incentivi giovani a non a stare sul divano, dall’altra parte secondo il presidente dell’Inps, Tridico, “Il 20% dei percettori già lavorava e non ha smesso di farlo”.
Fatto sta che il governo è intenzionato a modificare radicalmente il provvedimento, affinché “i furbetti” smettano di percepire somme di denaro ogni mese senza nemmeno impegnarsi per trovare un lavoro. In questa situazione, Claudio Durigon, esponente del governo Meloni, ha dichiarato: “Siamo ancora nella fase di studio” della riforma del sostegno.
I cambiamenti arriveranno con la Legge di Bilancio
Il governo ha reso noto che, con molta probabilità, i cambiamenti potrebbero arrivare con la legge di bilancio. Si tratta di uno dei temi prioritari, di cui il governo Meloni ha intenzione di occuparsi al più presto. Già durante la campagna elettorale del centrodestra, la leader aveva annunciato una stretta sul reddito di cittadinanza.
Claudio Durigon, sottosegretario del Lavoro nel neo governo Meloni, ha asserito: “Siamo ancora nella fase di studio. Abbiamo proposto di non estenderlo più a vita ma con una tempistica precisa per chi è abile al lavoro: 18 mesi di reddito con sei mesi di stop con formazione e inserimento nel mondo del lavoro, poi un decalage di 12 mesi. Arriviamo a un percorso di 36 mesi di reddito e poi si esce”, conclude.
Secondo quanto riferito dal sottosegretario del Lavoro, “la parte assistenzialistica ha avuto una grande funzione”, ma ad oggi il reddito è stato “un vero fallimento per gli abili al lavoro”. Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, è intervenuto sulla questione: “Nella prossima manovra ci sarà una dovuta revisione di uno strumento che era stato pensato per creare lavoro ma che invece disincentiva il lavoro e penso al Rdc che va lasciato a chi non può lavorare ma non può essere strumento di disincentivo al lavoro”.