2 giugno 1946, il referendum che sancisce la nascita della Repubblica

2 giugno 1946, il referendum che sancisce la nascita della Repubblica

Il 2 giugno 1946 si tiene lo storico referendum costituzionale. Il 54,3% degli italiani vota la Repubblica, il 45,7% è per la Monarchia.

La Repubblica italiana compie 75 anni. Il 2 giugno 1946, infatti, il referendum istituzionale ha sancito lo storico passaggio dalla Monarchia all’attuale forma di Governo.

Gli schieramenti in campo

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche l’Italia vuole ripartire. E il primo atto passa per la decisione referendaria e per la contestuale elezione dell’Assemblea Costituente. La Repubblica è sostenuta da Pci, Psiup, Pri e Partito d’Azione; la Democrazia Cristiana, nel suo primo congresso, vota a maggioranza per il cambio di forma istituzionale. Solo il Pli rimane a favore della Monarchia.

fonte foto https://it.wikipedia.org/wiki/Nascita_della_Repubblica_Italiana#/media/File:Referendum-2-giugno_scheda_elettorale.jpg

Vince la Repubblica

Per la prima volta si vota con il suffragio universale. E’ dunque la prima partecipazione al voto delle donne. Le urne si aprono il 2 giugno 1946; si vota anche il giorno successivo. Lo spoglio va a rilento e i dati parziali arrivano in maniera disomogenea dal punto di vista geografico.
I votanti sono quasi 25 milioni, pari circa l’89% degli aventi diritto al voto. Di questi, un milione e mezzo di schede non valide.
I risultati ufficiali del referendum istituzionale: Repubblica voti 12.718.641 (pari a circa il 54,27% delle schede convalidate), Monarchia voti 10.718.502 (pari a circa il 45,73% delle schede convalidate).
Il voto spacca l’Italia in due: al Nord vincono i repubblicani, al Sud prevalgono i monarchici.

L’esilio di Umberto II

Nonostante diverse contestazioni, il voto viene reso ufficiale il 10 giugno. Dopo che il Consiglio dei ministri, nella notte fra il 12 e il 13 giugno, aveva trasferito le funzioni di Capo dello Stato ad Alcide De Gasperi, Umberto II dirama un proclama nel quale denuncia la presunta illegalità commessa dal Governo (che non ha atteso il pronunciamento della Cassazione), e il giorno stesso partì polemicamente in aeroplano alla volta del Portogallo, con decisione unilaterale.