Il Referendum 2025 si chiude con un’affluenza al di sotto del 31%: nessun quesito raggiunge il quorum. La maggioranza parla di rafforzamento.
Negli ultimi anni, la partecipazione degli italiani agli strumenti di democrazia diretta ha mostrato segnali altalenanti. I referendum, in particolare, sono spesso stati ostacolati da un crescente disinteresse e da un senso di inefficacia percepito da molti elettori. Il Referendum 2025 era stato presentato come una possibilità concreta per incidere su temi centrali come il lavoro e la cittadinanza.

Un’occasione mancata per la partecipazione democratica
Cinque quesiti, sostenuti principalmente da partiti e sindacati di opposizione, miravano a modificare l’attuale quadro normativo su diritti fondamentali e tutele sociali. Le forze politiche che hanno promosso il voto avevano investito mesi di campagna, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica e mobilitare la partecipazione popolare. Tuttavia, già durante la giornata di domenica, i primi dati sull’affluenza lasciavano presagire un esito deludente.
Risultati e reazioni: il quorum resta lontano
Con le urne chiuse e lo scrutinio quasi completato, il quadro si è fatto chiaro: nessuno dei cinque quesiti ha raggiunto il quorum del 50% +1 degli aventi diritto. L’affluenza definitiva si è fermata poco sopra il 30%, con picchi negativi registrati in regioni come Trentino-Alto Adige e Sicilia. Il dato, oltre a decretare l’invalidità del referendum, ha scatenato un’ondata di dichiarazioni politiche.
“Il responso dei referendum appare molto chiaro: il governo ne esce ulteriormente rafforzato e la sinistra ulteriormente indebolita”, ha dichiarato Giovanbattista Fazzolari. Più dura la Lega: “Devastante sconfitta per Schlein, Landini, Conte e compagni. Altro che segnale di sfratto, gli italiani hanno evitato, giustamente, di ascoltarli!”, ha scritto Silvia Sardone.
Il ministro Antonio Tajani ha parlato di “spreco di soldi” e invocato una riforma: “Forse è il caso di cambiare la legge, abbiamo speso un sacco di soldi per inviare delle schede all’estero che sono tornate bianche”. Anche Matteo Salvini ha attaccato l’opposizione: “Cittadinanza accelerata idea bocciata dagli italiani”.
Nel campo avversario, Pina Picierno ha commentato su X: “Una sconfitta profonda, seria, evitabile. Purtroppo un regalo enorme a Giorgia Meloni e alle destre”. Riccardo Magi di +Europa ha parlato di “astensionismo organizzato che si è fatto forte dell’astensionismo spontaneo e della mancanza di informazione”. Il tutto come riportato da tgcom24.mediaset.it
La vera notizia? L’astensione ha vinto, e con essa, la maggioranza può parlare di un consenso rafforzato.