Referendum sulla Giustizia, la Corte Costituzionale ha ammesso cinque referendum. Uno è stato respinto.
Dopo il no al referendum sull’eutanasia, la Corte Costituzionale ha ammesso 5 referendum sulla Giustizia. Nel dettaglio, la Consulta ha approvato i referendum relativi a:
abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità
limitazione delle misure cautelari
separazione delle funzioni dei magistrati
eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Consiglio superiore della magistratura.
Consigli giudiziari
il voto degli avvocati sui magistrati.
“I suddetti quesiti sono stati ritenuti ammissibili perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario”, si legge nella nota della Corte Costituzionale.
Respinto invece il quesito sulla responsabilità civile dei magistrati.
Respinto il quesito sulla responsabilità civile dei magistrati
Per quanto riguarda la Giustizia, è stato respinto il quesito sulla responsabilità civile diretta dei magistrati, che ad oggi è soggetto solo da responsabilità indiretta. Questo significa che una persona danneggiata può essere risarcita dallo Stato e lo Stato può rivalersi sul magistrato. La modifica mirava ad abolire la mediazione dello Stato. La Consulta ha deciso di non approvare il quesito.
Il referendum sull’eutanasia
Nella serata del 15 febbraio la Consulta ha dichiarato inammissibile il referendum sull’eutanasia attraverso il quale si chiedeva di depenalizzare l’omicidio del consenziente. Secondo la Corte Costituzionale, il quesit presentato non avrebbe preservato “la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili“.