Verso il nuovo monitoraggio Iss, le Regioni che potrebbero cambiare colore da lunedì 24 maggio. L’Italia corre verso la zona Bianca.
È atteso per il 21 maggio il monitoraggio settimanale dell’Iss sull’andamento dell’epidemia in Italia. Andiamo a vedere allora quali sono le regioni che potrebbero cambiare colore da lunedì 24 maggio.
La mappa dell’Italia
Iniziamo come di consueto facendo il punto della situazione e ricordando quindi i colori delle Regioni dal 17 maggio.
Sono in zona Gialla Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto e alla Provincia autonoma di Bolzano e alla Provincia autonoma di Trento. L’unica Regione in zona Arancione è la Valle d’Aosta.
Le Regioni che potrebbero cambiare colore dal 24 maggio
Il monitoraggio del 21 maggio non dovrebbe riservare particolari sorprese per quanto riguarda il colore delle Regioni. L’unica novità dovrebbe essere rappresentata dal passaggio della Valle d’Aosta in Zona Gialla. Nessuna delle regioni nella fascia gialla dovrebbe essere retrocessa in quella Arancione.
L’Italia verso la zona Bianca
Dal mese di giugno l’Italia dovrebbe diventare progressivamente sempre più bianca. Le prime Regioni a raggiungere la fascia a minor rischio epidemiologico saranno il Friuli Venezia Giulia, il Molise e la Sardegna, che dovrebbero essere in zona Bianca a partire dal prossimo 1 giugno. Il 7 giugno invece dovrebbero raggiungere la zona Bianca il Veneto, la Liguria e l’Abruzzo, con Lazio, Lombardia e Umbria che dovrebbero unirsi a partire dalla settimana successiva, quindi dal 14 giugno.
I nuovi parametri per il sistema di monitoraggio
Con il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella giornata del 18 maggio cambiano i parametri per il sistema di monitoraggio. Il nuovo schema di valutazione si concentrerà su due parametri: l’incidenza e il livello di occupazione di posti letto in area medica e in terapia intensiva. Viene così superato l’indice Rt tradizionale, considerato come uno strumento di monitoraggio poco adatto in questa nuova fase dell’emergenza.